Romeo e Giulietta, variazioni sul tema

Nella suggestiva cornice di Palazzo Morando, in via Sant’Andrea 6, ha preso il via, fino al 12 settembre, la mostra «Il Costume veste la musica - L’atelier del Teatro alla Scala» (ingresso libero, orario 9.30 - 17.30, info: 02-88446056), promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con Fondazione Teatro alla Scala. Doverosa e utile premessa: non si tratta di una semplice esposizione di costumi d’opera, balletti compresi (ce ne sono comunque una cinquantina, in un accurato compendio delle opere andate in scena nel corso dei decenni al Piermarini, da Don Carlo al Trovatore, dal Barbiere di Siviglia al Flauto magico), ma piuttosto di un viaggio, breve ma intenso, in quel fantastico «dietro le quinte» che è il laboratorio di sartoria del tempio milanese della lirica e del balletto. Così, attraverso il susseguirsi delle stanze, in una dimensione proporzionata e accogliente, il visitatore sarà letteralmente preso per mano nel percorso - efficace e realistico - che porta dall’invenzione alla produzione di un costume di scena, accessori compresi. Un lavoro di genio, espressione di quell’alto artigianato che, fino a tutti gli anni Cinquanta, era diffuso in città: del resto, le sarte dell’atelier erano le stesse che confezionavano gli abiti per le sciure milanesi che andavano alle prime.
Con circa cinquanta addetti suddivisi in gruppi di lavoro e funzioni distinte (elaborazione, modisteria, maglieria, confezione, magazzini stoffe e costumi, vestizione), l’atelier della Scala realizza un migliaio di nuovi costumi a stagione e ne ripristina circa 3000 di repertorio, che conta oggi oltre 60mila capi. Benchè i costumi (per carità, non chiamateli abiti!) più vecchi risalgano ai primi del secolo scorso, realizzati dalla sartoria Caramba, va ricordato come il primo edificio appositamente costruito dal Comune di Milano per i laboratori di sartoria della Scala risale agli anni Quaranta, in via Baldinucci, zona Bovisa, poi diventato laboratorio di scenografia.

Da dieci anni, l’atelier sartoriale del teatro è stato trasferito nei capannoni dell’ex Ansaldo, in via Bergognone 34, anch’essi visitabili.
Se si ha a disposizione un po’ di tempo, è consigliabile fare prima una puntata al Museo della Scala, all’interno del teatro, per poi venire qui a palazzo Morando, e completare un percorso davvero coinvolgente.

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