Ma La Russa al Giornale "Guerra era inevitabile"

Il ministro: "Avendo le basi, astenerci sarebbe stato come votare contro. Siamo in campo per difendere il popolo. Stare nell’alleanza ci protegge da ritorsioni"

Ma La Russa al Giornale 
"Guerra era inevitabile"

Ministro Ignazio La Russa, quando finisce la guerra?
«Sono sempre refrattario a usare il termine guerra, questa è una missione che ci ha assegnato l’Onu. Certo comporta l’uso della forza».

Tripoli ha dichiarato il cessate il fuoco.
«Tocca alla coalizione verificarne l’attendibilità. Speriamo, anche per dare una risposta positiva all’appello del Papa, che mi ha molto toccato».

In realtà poche ore prima Gheddafi diceva che il conflitto sarà lunghissimo e noi faremo la fine di Hitler e Mussolini.
«Siamo lì col preciso scopo di difendere la popolazione libica, quindi la missione durerà il tempo necessario a proteggerla».

Se è per quello siamo arrivati un po’ tardino.
«Vede, noi siamo stretti fra due opposte fazioni. Quella che ci accusa di essere intervenuti tardivamente e quella che ci accusa di esser intervenuti troppo frettolosamente, senza neppure sapere chi stavamo appoggiando».

In effetti ci siamo schierati dalla parte dei ribelli senza sapere chi sono, magari sono fondamentalisti islamici.
«L’Italia ha avuto un comportamento lineare e irreprensibile: non siamo in ritardo né abbiamo fatto i primi della classe. Fino all’ultimo abbiamo tenuto una posizione di equilibrio, tentando una moral suasion sulla Libia. E quando l’Onu ci ha chiesto un intervento ci siamo schierati con la comunità internazionale».

L’Italia è un’enorme portaerei, diceva Mussolini. Ed eccoci qui a dare le chiavi di casa agli eserciti stranieri.
«Macché chiavi! Non si poteva fare altrimenti!».

La Germania s’è astenuta.
«Noi non avremmo potuto! Proprio perché siamo noi a mettere a disposizione le basi: la nostra non sarebbe stata un’astensione, ma un voto contrario, perché avremmo reso impossibile la Risoluzione».

Abbiamo messo a disposizione otto aerei.
«Certo. L’altra sera alle 23 abbiamo avuto una richiesta formale dalla coalizione e dalle 23.59 abbiamo dato la disponibilità di quattro caccia con il compito di contraerea e di quattro tornado Ecr in grado di neutralizzare i radar».

La Lega Araba ha criticato i raid, dicono che la risoluzione doveva limitarsi alla creazione della no fly zone.
«Sono sorpreso dalle critiche. Le notizie sono ancora frammentarie, ma per quello che ne sappiamo i raid non si sono concentrati sulle città, ma sono stati finalizzati solo alla creazione della no fly zone, nel più totale rispetto della Risoluzione».

Non sarebbe tutto più facile se fosse chiaro chi guida la Coalizione?
«Infatti il nostro auspicio, con Stati Uniti e Inghilterra, è che sia la Nato ad assumere il comando. Il che renderebbe meno occasionale anche il Comando di Napoli, retto dall’ammiraglio Usa Samuel Locklear».

Dice un politologo mai morbido come Edward Luttwack che lei «è uno dei pochissimi ministri al mondo che hanno un rapporto diretto con il segretario alla Difesa americano Bob Gates».
«Ma non dipende da noi, è che non tutti sono d’accordo».

Sono quei primi della classe dei francesi?
«Diciamo che ci sono ancora ostacoli».

Il governo è in imbarazzo sul rapporto con Gheddafi? Fino a un mese fa eravamo amici...
«L’Italia, per ragioni sia storiche sia recenti, ha un rapporto di vicinanza col popolo libico, anche commerciale».

Il premier aveva un rapporto privilegiato.
«Guardi, la sola differenza qui fra Prodi e Berlusconi è che Berlusconi ha raggiunto l’obiettivo e Prodi no. Certo avremmo fatto volentieri a meno di questo conflitto: ci eravamo guadagnati una posizione d’influenza nell’area, è chiaro che lo sconvolgimento degli equilibri ci fa fare un passo indietro, siamo su una via stretta».

E come si arriva in fondo?
«La stella polare può essere soltanto l’amicizia con il popolo libico. Siamo lì per assecondare il loro anelito alla libertà e alla democrazia».

Siamo il Paese più vicino alla Libia, dobbiamo temere ritorsioni?
«Non ci risulta che Gheddafi abbia armi così potenti».

Magari attentati in casa...
«Proprio il fatto di far parte della Coalizione ci mette al riparo da rischi».

Non è il contrario?
«Gheddafi sa che ci sarebbero conseguenze per lui, proprio perché siamo parte della Coalizione».

Dice Bossi che «ci toglieranno il gas e il petrolio» regalandoci in cambio migliaia di clandestini.
«Intanto voglio far notare che la Lega non ha votato contro, il che avrebbe ostacolato la Risoluzione, ma non ha partecipato al voto. Poi, il ragionamento è lo stesso. Partecipando alla Coalizione guadagniamo l’autorevolezza per chiedere una redistribuzione dei pesi dei flussi migratori».

La Lega pone due condizioni: che ogni Paese prenda una quota di profughi e che ci sia un blocco navale anti esodo. Previa discussione in Parlamento.


«La discussione in Parlamento ci sarà, e proprio il Parlamento potrà chiedere queste cose. Io non solo le appoggio, ma ne sono promotore. Distinguendo i profughi reali dai clandestini che ne approfittano, suddiviso fra venti Stati il peso dell’esodo è sostenibile».

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