"Sala pensa solo a far cassa. E a chi gira in bici in centro"

Il presidente Aci contro la politica ideologica anti auto "A pagare sono le famiglie e i lavoratori già tartassati"

"Sala pensa solo a far cassa. E a chi gira in bici in centro"

Presidente Geronimo La Russa, il 2023 segna per gli automobilisti milanesi nuove penalizzazioni: oltre all'Area B, già in vigore, ecco il prospettato aumento del ticket di ingresso nell'Area C. Insomma, la Milano di Giuseppe Sala sembra essere sempre più contro le auto. Utile però a rimpinguare le casse del Comune.

«Mi auguravo che nel 2023 potesse prevalere il buon senso - risponde il presidente di Aci Milano che proprio il prossimo giugno celebrerà i 120 anni dalla fondazione - ma sembra proprio che non sarà così. I rincari riguardano in particolare la mobilità, biglietti dei mezzi pubblici inclusi. Se si vuole evitare lo spostamento in auto, bisogna favorire quello su tram, bus e metropolitane. Invece pare proprio che la volontà di Palazzo Marino sia quella di volerci chiudere tutti in casa e favorire soprattutto gli spostamenti in bici di chi abita in centro».

Una Milano sempre più all'insegna della micromobilità.

«Non è possibile pensare che i problemi di una metropoli grande, importante e dinamica come Milano si risolvano con le biciclette e i monopattini elettrici. A pagare lo scotto di queste scelte sono le famiglie, già in sofferenza per tante ragioni e i lavoratori già abbondantemente tartassati».

Anche perché, dati alla mano, le attese «green» dopo il varo dell'Area B sarebbero già andate deluse.

«Infatti. Il 30 per cento di vetture in meno dopo il via all'Area B non ha portato benefici come qualità dell'aria. Nessun abbassamento dei livelli d'inquinamento. Si sente parlare solo di limitazioni e rincari».

Tra l'altro, dallo scorso ottobre, anche le vetture ibride, fino a poco tempo prima indicate come un investimento virtuoso, sono oggetto di ticket per entrare nell'Area C.

«Esatto, da essere state indicate green, come le Euro 5 Diesel, ora sono messe alla gogna. Perché, poi, esentare dal pagamento della sosta sulle strisce blu solo un membro di una famiglia dove, per esempio, padre e figlio devono recarsi al lavoro per forza con due veicoli diversi? Entrambi, producendo reddito, pagano le tasse. Quindi, sarebbe giusto continuare a evitare il pagamento a tutti e due».

Qualcosa di positivo?

«Per esempio l'apertura della linea metropolitana M4, in attesa del completamento e la riqualificazione delle aree in precedenza occupate dai cantieri. L'Italia, in proposito, è l'unico Paese in Europa con una linea metro che parte da un aeroporto importante, come Linate, e in pochi minuti raggiunge il centro della città. Riconosciamo, in questo caso, il buon lavoro svolto dall'amministrazione comunale».

Il traffico a Milano è intanto peggiorato, tra carreggiate ristrette, piste ciclabili improvvisate e comportamenti irresponsabili di tutti gli utenti della strada.

«Un video dell'attore Giovanni Storti, postato sui social, ha evidenziato anche lo stato di cattiva manutenzione delle strade. È importante un'accelerazione dei lavori di manutenzione per scongiurare incidenti».

E quindi cosa si può fare in concreto?

«Da sempre Aci Milano è vicina ai temi della sicurezza stradale ed è necessario agire sui comportamenti. Ciò che serve è un cambio soprattutto culturale. E sui monopattini non c'è dubbio che il casco dev'essere reso obbligatorio».

Sul fronte del futuro della mobilità, intanto, alcune certezze sembrano vacillare.

«Guardiamo positivamente alle recenti affermazioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla transizione energetica automotive decisa dalla Commissione Ue. Mi riferisco - e qui non c'entrano gli schieramenti politici - all'esigenza, espressa dal premier, di rivedere il piano che vuole lo stop ai veicoli a combustione interna dal 2035. Anche noi di Aci, da sempre, diciamo che gli obiettivi sono la decarbonizzazione e l'abbattimento degli inquinanti, ma all'insegna della neutralità tecnologica. Spetta al singolo scegliere il mezzo più idoneo per spostarsi.

Perché sfavorire i motori di ultima generazione, riconosciuti green, a beneficio della sola auto elettrica? Ottimo, in proposito, il lavoro svolto da Unem affinché sia considerato l'intero ciclo di vita di un veicolo. E non, come fino a ora è stato fatto, solo le emissioni allo scarico».

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