L'infarto è tra le principali cause di morte. Tra i fattori di prevenzione vi è l'attività fisica: anche camminare regolarmente può aiutare a ridurre la percentuale di rischio. I ricercatori dell'Univertità di Bristol hanno condotto uno studio mirato, scoprendo che camminare rapidamente per 10 minuti al giorno riduce il rischio di infarto e di altre malattie cardiache negli adulti che hanno raggiunto i 60 anni. È stato notato che l'aumento dell'attività, da moderata a vigorosa, ha abbassato i livelli dei biomarcatori nel sangue che indicavano la presenza di infiammazione, coaguli di sangue e colesterolo: fattori che incidono sull'insorgenza di malattie cardiovascolari.
Più di 1.600 volontari, di età compresa tra 60 e 64 anni, si sono sottoposti ai test: nello specifico, si è trattato di indossare sensori per la frequenza cardiaca e del movimento, per cinque giorni. I sensori hanno potuto permettere ai ricercatori di scoprire quanta attività fisica abbiano svolto i partecipanti, suddividendola in lenta, moderata e ad alta intensità. Ovviamente sono stati tenuti sotto osservazione i biomarcatori per quanto concerne l'infiammazione (nello specifico la proteina C-reattiva e l'interleuchina 6), la funzione dei vasi sanguigni (la proteina plasminogeno tissutale e l'E-selectina) e il colesterolo (la leptina e l'adiponectina). Ciò è stato affermato dall'autore principale dello studio, il dottor Ahmed Elhakeem, nonché ricercatore associato presso la suddetta Università: "Ci siamo concentrati su questi biomarcatori perché sono meno studiati e hanno dimostrato di prevedere il rischio di eventi cardiovascolari e di morte".
Dunque è stato notato che, per ogni 10 minuti di attività fisica da moderata ad alta intensità, gli uomini avevano livelli di leptina inferiori del 3.7%, mentre per le donne il livello era inferiore del 6.6%. Inoltre, con 10 minuti di attività leggere i livelli di t-PA (plasminogeno tissutale) risultavano inferiori dello 0,8% per entrambi i sessi. Infine, per ogni 10 minuti dove non è stata svolta nessuna attività, i livelli di IL-6 (interleuchina 6) apparivano più alti dello 0,6% negli uomini e 1,4% nelle donne. Elhakeem ha riferito anche che la fascia di età presa in esame, 60-64 anni, rappresenta proprio il periodo di transizione dal lavoro alla pensione e ciò si lega al cambiamento nello stile di vita: "Inoltre il rischio di malattie cardiovascolari è maggiore negli anziani. È importante capire in che modo l'attività può influenzare il rischio in questa fascia di età".
L'attività fisica a qualunque età, dai ragazzi agli ultrasessantenni, è ancora al centro di una vita sana e sempre più protetta dal rischio di incorrere in problemi di salute di minore entità, o più gravi come l'infarto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.