Nota sin dall'antichità e descritta da Ippocrate, Galeno e Celso, colpisce circa lo 0,3% della popolazione europea. Ad esserne interessati sono soprattutto gli uomini (95% dei casi circa) di età compresa fra i 30 e i 50 anni. Un tempo il disturbo veniva considerato prerogativa dei ceti sociali più ricchi, tanto che Svetonio lo definì 'morbus dominorum'. La gotta è un disordine del metabolismo purinico e, in quanto tale, è la conseguenza di un'iperuricemia cronica. L'acido urico, il prodotto finale delle purine, si forma a partire dalla formazione di queste ultime, sia endogena che esogena. Si definisce iperuricemico un soggetto che presenta valori di acido urico nel sangue superiori a 7 mg/dl se uomo e 6,5 mg/dl se donna. L'iperuricemia, a sua volta, è classificata come primitiva o secondaria.
Due sono le cause principali della gotta: una sintesi abnorme di purine con annessa iperproduzione di acido urico e una diminuita escrezione renale di quest'ultimo. La prima condizione, spesso a base ereditaria, può anche essere aggravata da un'aumentata introduzione di composti purinici con la dieta. La seconda, invece, è l'esito di una cattiva efficienza del rene nell'eliminazione di acido urico. Fattori di rischio della patologia includono: alcolismo, sedentarietà, uso prolungato di determinati farmaci. L'iperuricemia cronica che provoca il disturbo è molto pericolosa per l'organismo poiché avvia lo sviluppo di depositi di urato monosodico in vari organi e tessuti. Se non trattata, le conseguenze a livello cardiovascolare, articolare e renale possono essere gravi.
Uno dei sintomi caratteristici della gotta è la cosiddetta artrite monoarticolare, quasi sempre associata a eritema, gonfiore, algia e calore. Gli episodi dolorosi coinvolgono in particolar modo le articolazioni di mani e piedi e, in circa il 90% dei casi, ad essere colpita per prima è l'articolazione metatarso-falangea dell'alluce. Nelle forme croniche non è rara la comparsa di tofi, ovvero noduli di grandezza variabile. Per la precisione si tratta di depositi di acido urico (il loro colore vira dal rosa salmone al bianco giallastro) che con il passare del tempo appaiono anche in sede extrarticolare, come nella parte esterna dell'orecchio e nel tendine d'Achille. La malattia facilita, altresì, la formazione di calcoli e litiasi con possibile compromissione della funzionalità renale.
La gotta, con oltre 41 milioni di pazienti nel mondo, è un disturbo in forte aumento dal 1990 ad oggi (+5,5% dei casi). Ad affermarlo uno studio condotto da Emma Smith della University of Sydney (Australia) e pubblicato sulla rivista 'Arthritis & Rheumatology'. L'analisi, che ha confrontato i dati relativi agli anni 1990 e 2017, ha mostrato che i malati sono almeno 41 milioni e 200mila, con 92 casi l'anno ogni 100mila individui.
Secondo Smith il peso sanitario di questa condizione è destinato ad aumentare via via che la popolazione mondiale invecchia. Pertanto è fondamentale una maggiore consapevolezza dei fattori di rischio, della precocità della diagnosi e delle adeguate terapie.
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