Cefalea a grappolo: qual è la terapia migliore?

Si distinguono due forme di quella che viene considerata la terza tipologia più comune di cefalea primaria: quella episodica e quella cronica

Cefalea a grappolo: qual è la terapia migliore?

Anche se colpisce chiunque, ne sono maggiormente interessati gli uomini di età compresa tra i 20 e i 50 anni. Nel sesso femminile, invece, esordice precocemente. La cefalea a grappolo, la terza tipologia più comune di cefalea primaria, è una condizione caratterizzata da un forte dolore localizzato su un solo lato del capo. I momenti di algia si verificano in maniera regolare. Le fasi attive, che durano da diverse settimane a mesi, si alternano a lunghi periodi di remissione spontanea. Queste fasi vengono definite 'grappoli' (o 'cluster') proprio perché gli attacchi si verificano a intervalli di tempo ravvicinati e tendono, altresì, a presentarsi in determinati periodi del giorno e dell'anno. La durata di un episodio varia da 15 minuti a 3 ore, anche se nella maggior parte dei pazienti esso si conclude nell'arco di un'ora.

Si distinguono due forme di cefalea a grappolo. Quella episodica è definita tale se il grappolo dura da 7 giorni ad alcuni mesi con intervalli liberi superiori a 2 settimane. In quella cronica, invece, gli attacchi sono giornalieri e si protraggono per più di un anno. Attualmente non si conoscono le cause dell'intensa algia che segue all'eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni. Sono solo state formulate delle ipotesi. Gli studi hanno evidenziato che durante l'attacco si produce una maggiore attività a livello dell'ipotalamo. Proprio qui potrebbe avere origine lo stimolo doloroso, per poi coinvolgere le vie nervose che si estendono fino al volto. Sarebbe poi la sovrastimolazione del nervo trigemino a provocare il caratterico dolore oculare che si associa alla cefalea a grappolo e che si traduce, a causa del coinvolgimento di altre fibre nervose, anche in congestione nasale, lacrimazione e arrossamento dell'occhio.

Poiché l'ipotalamo regola i cicli sonno-veglia, si ritiene che alla base di questo tipo di cefalea possa esserci uno squilibrio nella gestione dei ritmi cicardiani da parte dell'ipotalamo stesso. Alcuni ricercatori, invece, pensano che la causa sia da ricercare in un malfunzionamento delle terminazioni del ganglio sfeno-palatino. Si tratta di una struttura nervosa collegata al nervo trigemino e alle vie nervose che conducono gli stimoli alle ghiandole lacrimali e alla mucosa nasale. I principali fattori scatenanti del disturbo sono vari e comprendono: consumo di bevande alcoliche, fumo di sigaretta, emozioni intense e stress, alterazioni dei ritmi sonno-veglia, effetti del Jet lag. Infine l'assunzione di alcuni medicinali, ad esempio la nitroglicerina, farmaco impiegato nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica.

L'obiettivo del trattamento della cefalea a grappolo è quello di contribuire a ridurre la gravità del mal di testa, di abbreviarne la durata e di prevenire i futuri episodi. La terapia farmacologica può essere di due tipi. La prima è di attacco e serve per alleviare i sintomi. Si basa sulla somministrazione di sumatriptan o di altri triptani che agiscono sul dolore entro 10-15 minuti. Altre opzioni includono l'impiego di lidocaina intranasale e di diidroergotamina. La seconda terapia, invece, è quella profilattica ed è indispensabile per prevenire gli attacchi.

I farmaci usati, che devono essere somministrati sotto la guida di uno specialista, sono: il verapamil (agisce sulla pressione sanguigna), il carbonato di litio e il prednisone (antinfiammatorio steroideo impiegato solo per brevi periodi di tempo).

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