Importante passo in avanti nello studio che permette al cervello di codificare tutti gli odori che sentiamo e respiriamo attraverso le nostre narici e che vengono raggruppati in determinate aree cerebrali.
Come riporta quotidianosanità.it, il gruppo di Claudia Lodovichi, primo ricercatore dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-In) di Padova, ha coordinato uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Cell Reports che dimostra il meccanismo molecolare di formazione delle mappe topografiche cerebrali. In pratica, i neuroni responsabili della percezione di un odore, sono raggruppati in specifiche aree del nostro naso (bulbo olfattivo) ed un'area del cervello elabora gli stimoli che vengono captati nelle cavità nasali tramite i recettori olfattivi, quelle cellule che convertono la composizione chimica dell'aria in segnali nervosi.
Come avviene la "conversione" degli odori
"I neuroni coinvolti nella vista e nell'udito sono disposti già a livello della retina e della coclea (parte interna dell'orecchio, n.d.r.) secondo un ordine che si proietta all'interno del cervello con la formazione di 'mappe topografiche' dove i vari stimoli visivi e uditivi attivano aree diverse - spiega Lodovichi. I neuroni sensoriali olfattivi esprimono lo stesso recettore, specifico per un range di odori, e sono localizzati senza un particolare ordine nell'epitelio olfattivo mischiati a neuroni che esprimono recettori diversi".
Successivamente, un preciso ordine viene raggiunto nel bulbo olfattivo: "Tutti i prolungamenti (assoni) dei neuroni presenti nelle cavità nasali che esprimono lo stesso recettore, convergono infatti in uno specifico punto (glomerulo) sul lato mediale e laterale di ciascun bulbo olfattivo, dando luogo alla mappa topografica olfattiva", continua la ricercatrice Cnr-In. "Ad ogni glomerulo è, dunque, associato uno specifico recettore olfattivo in grado di captare un determinato spettro di odori. La mappa topografica è basata sull'identità del recettore olfattivo, che non solo rileva gli odori ma guida la formazione dei glomeruli stessi.
Nuove speranze nella lotta a Parkinson e Alzheimer
Una bella notizia, in relazione a questa scoperta, riguarda una nuova speranza nella lotta a Parkinson ed Alzheimer, come spiega la stessa Claudia Lodivichi.
“Questa scoperta è rilevante anche perché contribuisce ad approfondire la conoscenza di un sistema che è coinvolto in molteplici patologie neurodegenerative quali Parkinson ed Alzheimer, i cui pazienti presentano deficit olfattivi anni prima dell’esordio delle alterazioni motorie e cognitive: capire i meccanismi di base che regolano il funzionamento del sistema olfattivo è fondamentale per qualsiasi ulteriore studio finalizzato a chiarire tali processi patologici”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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