Un evento molto difficile nell'esistenza dei malati e in quella dei loro cari è rappresentato dall'evolversi della patologia nella cosiddetta fase terminale. Per alleviare le inevitabili sofferenze e per rendere dignitosi gli ultimi momenti di vita è possibile ricorrere alle cure palliative. A fornire una definizione delle stesse è la Legge 38/1 Art.2 che recita così: "le cure palliative sono l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici".
Il termine "palliativo" deriva dal latino "pallium" ovvero "mantello" e sta quindi ad indicare simbolicamente la protezione offerta al paziente inteso come essere portatore di bisogni fisici, psicologici, sociali e spirituali. Questi approcci terapeutici non accellerano né ritardano la morte, ma cercano di gestire i sintomi e il dolore sia fisico che psicologico ad essi correlato. Ciò è possibile grazie al lavoro di un'équipe multidisciplinare composta da medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi, assistenti sociali e volontari.
Cure palliative, un po' di storia
Il concetto di "cura" offerto ai malati ha origini antiche e si intensifica con l'avvento degli ospedali, in particolar modo con il passaggio della gestione degli stessi agli ordini ordini ecclesiastici in epoca medievale. Tuttavia la nascita delle cure palliative intese come supporto e conforto destinato ai pazienti terminali si attribuisce a Cicely Saunders, assistente sociale e infermiera divenuta poi medico.
La donna trascorse molti anni accudendo individui oncologici e fu proprio questo importante bagaglio esperenziale ad indurla a fondare nel 1967 il St Cristopher, un ospedale particolare dove si accompagnavano i ricoverati verso i loro ultimi giorni di vita. Grazie a numerosi studi scientifici condotti in prima persona, Saunders giunse alla conclusione che l'efficacia della terapia medica veniva potenziata se associata ad un concreto sostegno psicologico, sociale e spirituale. Ben presto questo modello si diffuse in tutto il mondo e contribuì allo sviluppo di una branca specifica della medicina.
Cure palliative, a chi sono rivolte e quali sono
Le cure palliative sono destinate a tutti quei soggetti la cui morte si ritiene possa sopraggiungere nell'arco di dodici mesi. Si tratta, dunque, di pazienti affetti da tumori e da patologie neurologiche, cardiologiche e respiratorie. Si parla, invece, di cure palliative precoci o simultanee quando queste vengono applicate al fine di gestire gli effetti collaterali derivanti da trattamenti quali la radioterapia e la chemioterapia.
Ma in che modo è possibile alleviare le sofferenze di un malato terminale? L'approccio a cui spesso si ricorre è la sedazione palliativa, consistente nella somministrazione di farmaci (sedativi, oppioidi, neurolettici, anestetici, barbiturici) che inducono, per l'appunto, una sedazione. A seconda delle condizioni del malato e dell'intensità dei sintomi essa si distingue in:
- Sedazione temporanea: avviene per un periodo limitato di tempo,
- Sedazione intermittente: viene somministrata tenendo conto dei possibili cambiamenti del decorso della malattia;
- Sedazione continua: viene protratta fino al decesso;
- Sedazione superficiale: permane un residuo della coscienza;
- Sedazione profonda: la coscienza è completamente annullata.
Fa parte delle cure palliative anche la terapia del dolore che ha lo scopo di tenere a bada lo stato algico. Ciò è possibile mediante la somministrazione di analgesici oppioidi (morfina, fentanil, tramadolo, codeina, metadone) e cannabinoidi. In Italia il ricorso alla cannabis per uso terapeutico è consentito legalmente dal 2006.
Cure palliative, come e dove ottenerle
Nel nostro Paese è presente una Rete locale di cure palliative la cui gestione varia da regione a regione. In generale è possibile farne richiesta rivolgendosi al proprio medico di famiglia, alla Asl di riferimento o ad associazioni di volontariato. Le terapie di supporto possono essere erogate a domicilio, in ospedale e in hospice. Un malato terminale può ricevere assistenza a casa tutti i giorni e a tutte le ore grazie a équipe di professionisti che collaborano con il medico di medicina generale.
L'ospedalizzazione diurna in regime ambulatoriale è destinata ai pazienti autosufficienti che necessitano di prestazioni terapeutiche complesse.
Il nosocomio può anche indirizzare gli assistiti presso gli hospice, ossia luoghi di accoglienza e di ricovero gestiti dalle aziende sanitarie o da associazioni di volontariato accreditate. Tutti gli hospice dispongono di protocolli per la sedazione, per il controllo della sintomatologia, per l'alimentazione e forniscono supporto morale e psicologico ai degenti e ai loro famigliari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.