Sugli effetti del Covid-19 sui polmoni ci sono ancora molti dubbi. Sulle cause possibili di un danno alle vie respiratorie ha indagato il team di ricercatori del King’s College London, dell’Università di Trieste e del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) di Trieste. La ricerca approfondita è stata pubblicata in questi giorni sul “Lancet eBioMedicin”.
L’analisi dei polmoni dei malati
Grazie a questo studio è stato possibile delineare le caratteristiche della polmonite da Covid-19 che si differenzia notevolmente da una legata all'influenza stagionale. L’analisi è stata possibile grazie allo studio dei risultati emersi dalle autopsie di 41 pazienti morti a causa della malattia da Febbraio ad Aprile scorsi. Dai reperti autoptici è emerso che i pazienti avevano subito un danno polmonare molto esteso. Nei casi gravi si era creata una vera e propria sostituzione del tessuto respiratorio del polmone con un tessuto cicatriziale e fibroso. Nei polmoni dei malati i ricercatori hanno notato la presenza di trombi, alveoli distrutti e la formazione di cicatrici e sincizi.
Polmonite e Covid-19, i risultati dello studio
Il virus, quando attacca i polmoni, crea delle cellule dalle caratteristiche anormali che persistono a lungo. Le cellule anormali infatti sono molto grandi e presentano nuclei estesi. L’infezione del virus risulta persistere anche dopo 30-40 giorni dal ricovero in ospedale.
Lo studio ha dimostrato che la creazione delle cellule anormali deriva dalla capacità della proteina Spike del virus di stimolare la fusione delle cellule infettate con le cellule vicine. La proteina Spike conferisce alle particelle virali la caratteristica forma a corona. Ci sono rischi di contagio anche dopo la morte, per questo le autopsie sono rare: i rischi di contagio persistono anche dopo la morte dei malati.
Polmonite da Covid-19, quali sono le caratteristiche
Quella provocata dal Covid-19 si chiama polmonite interstiziale. Il nome deriva dall’interstizio polmonare, ovvero una rete di tessuto connettivo che sostiene i bronchi, i vasi e gli alveoli. Quando si verifica una polmonite di questo tipo, il connettivo interstiziale si ingrossa provocando di conseguenza dei danni agli alveoli respiratori, i quali non riescono a effettuare efficacemente gli scambi gassosi che fanno confluire ossigeno al sangue. Ecco perché si verifica in primis una scarsa ossigenazione sanguigna. Molti malati di Covid-19 vengono ricoverati urgentemente quando si registrano valori di ossigeno inferiori al 90%.
La polmonite interstiziale causata da un’infezione da Covid 19 provoca fenomeni di fibrosi interstiziale, microembolia e trombosi dei vasi polmonari. I sintomi più comuni sono febbre superiore ai 38 gradi, tosse persistente con presenza di catarro.
Ai sintomi tipici a carico del sistema respiratorio si accompagnano i disturbi al gusto e all’olfatto, la stanchezza cronica, forti dolori al torace. I soggetti più a rischio dono gli over 65, i cardiopatici, chi soffre di diabete e infine chi presenta insufficienze renali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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