Deterioramento cognitivo, una dieta ricca di vegetali riduce il rischio

L'importante ricerca, durata ben 12 anni, ha coinvolto oltre 800 partecipanti ultra 65enni

Deterioramento cognitivo, una dieta ricca di vegetali riduce il rischio

Con il termine deterioramento cognitivo si indica una condizione clinica, tipica dell'età avanzata, caratterizzata da una difficoltà più o meno marcata che interessa vari ambiti cognitivi (linguaggio, memoria, attenzione). Le cause del disturbo non sono ancora note con precisione, tuttavia si ritiene che esso sia l'esito, in primis dell'azione tossica che alcuni fattori esercitano sulle cellule nervose. Non si deve, poi, sottovalutare la ridotta efficienza del metabolismo neuronale e, infine, l'alterazione della circolazione sanguigna spesso causata da lievi ictus localizzati. Una dieta ricca di prodotti vegetali riduce il rischio di deterioramento cognitivo. A questa conclusione sono giunti gli scienziati del Biomarkers and Nutritional Food Metabolomics Research Group della Facoltà di Farmacia e Scienze alimentari dell'Università di Barcellona.

Lo studio, pubblicato sulla rivista "Molecular Nutrition and Food Research", ha preso l'avvio da un'iniziativa di programmazione congiunta "Una dieta sana per una vita sana" ed è stato condotto nell'arco di 12 anni. Allo stesso hanno partecipato 842 soggetti di età superiore a 65 anni e residenti nelle regioni francesi di Bordeaux e di Digione. Più nello specifico l'indagine si è focalizzata sulla relazione tra il metabolismo dei componenti dietetici, il microbiota intestinale, il metabolismo endogeno e il deterioramento cognitivo. I risultati hanno rivelato un'associazione protettiva fra il disturbo e i metaboliti derivati da cacao, caffè, funghi, vino rosso e il metabolismo microbico di alimenti ricchi di polifenoli (mele, tè verde, mirtilli, arance, melograni).

L'analisi di campioni di plasma ha indicato che alcuni metaboliti sono correlati alla progressione del deterioramento cognitivo. Ad esempio, la 2-furoilglicina e la 3-metilantina, ovvero biomarcatori del consumo di caffè e cacao, presentavano un profilo protettivo. Al contrario, la saccarina derivata dall'assunzione di dolcificanti artificiali è associata a un peggioramento della condizione clinica. Secondo gli scienziati, questa ricerca è essenziale per sviluppare strategie preventive e terapeutiche che aiutino sanitari e famigliari a prendersi cura della salute cognitiva degli anziani.

I cambiamenti dello stile di vita e della dieta, dunque, si rivelano indispensabili nella prevenzione delle patologie neurodegenerative come l'Alzheimer e altre forme di demenza.

Un maggiore consumo di frutta e verdura fornisce polifenoli e altri componenti bioattivi che possono ridurre il rischio di declino cognitivo legato all'invecchiamento. Ma come si manifesta quest'ultimo? Chi ne soffre può:

  • avere difficoltà di concentrazione, nel trattenere nuove informazioni e nel pianificare attività;
  • perdere interesse nei confronti della propria quotidianità;
  • accusare disturbi del sonno;
  • vivere momenti di spaesamento quando è fuori casa.
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