Una molecola può sconfiggere il coronavirus. Si chiama quercetina, un flavonoide presente in una grande varietà di frutti (mele, agrumi, uva, olive, frutti di bosco), verdure (soprattutto capperi, pomodori, cipolle, broccoli), bevande (tè, vino rosso) ed estratti erboristici. In natura essa non è presente nella forma isolata, ma come aglicone di vari glicosidi (rutina, quercitrina). In questa modalità abbonda negli estratti di ippocastano, ginko biloba, camomilla, iperico, biancospino, calendula e levistico. All'importante scoperta, pubblicata sull'International Journal of Biological Macromolecules, sono giunti i ricercatori della Fundación hna spagnola in collaborazione con i colleghi dell'Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche, Cnr-Nanotec di Cosenza, questi ultimi guidati da Bruno Rizzuti.
Nota da tempo per i suoi elevati poteri antiossidanti e antinfiammatori, questa molecola viene impiegata come supplemento dietetico all'interno di formulazioni ad attività antiaging e antiossidante. Grazie alla sua capacità di inibire le fasi che portano alla liberazione di istamina e alla produzione di prostaglandine e leucotrieni, la quercetina gioca un ruolo importante contro numerose malattie: allergie, aterosclerosi, artrite. Ancora morbo di Alzheimer, psoriasi e resistenza all'insulina. Da non sottovalutare la sua utilità terapeutica in presenza di emorroidi, vene varicose e manifestazioni tipiche dell'insufficienza venosa (crampi notturni, dolori, pesantezza e gonfiore alle gambe). Potrebbe anche aiutare a prevenire il cancro. In vitro e su modelli animali si è infatti dimostrata in grado di arrestare la crescita o addirittura di portare alla morte le cellule tumorali.
Ora questa molecola può rivelarsi un'arma fondamentale nella lotta al Covid-19, assieme ovviamente alla ricerca di un vaccino efficace. Rizzuti ha infatti dimostrato che la quercetina, bloccando l'attività enzimatica di 3CLpro, risulta letale per il coronavirus. A tal proposito le simulazioni al calcolatore hanno rivelato che il flavonoide si lega esattamente nel sito della proteina 3CLpro, impedendole così di svolgere in maniera corretta la sua funzione. Al momento questa molecola è già alla pari con i migliori antivirali a disposizione contro il virus SARS-CoV-2, nessuno dei quali tuttavia è stato ancora approvato come farmaco.La quercetina, di cui sono note le proprietà farmacocinetiche, è tollerata dall'uomo. Inoltre, grazie alle piccole dimensioni e ai particolari gruppi funzionali presenti nella sua struttura chimica, essa può essere modificata al fine di sviluppare una molecola di sintesi più potente.
L'indagine scientifica ha preso l'avvio da una caratterizzazione sperimentale di 3CLpro, ovvero la proteasi principale del coronavirus. Questa proteina presenta una struttura dimerica formata da due sub-unità identiche. Ciascuna di esse è dotata di un sito attivo essenziale per la propria attività biologica. Con diverse tecniche in via di sperimentazione, in una prima fase della ricerca, è stata valutata la sensibilità a varie condizioni di temperatura e pH.
"Un risultato importante - sottolinea Olga Abian dell'università di Saragozza, prima autrice della pubblicazione - perché molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico in virtù del fatto che è fortemente conservata in tutti i tipi di coronavirus". In letteratura sono già state segnalate per questa proteina molecole con il ruolo di inibitori. Purtroppo, a causa dei loro effetti collaterali, non possono essere impiegati come farmaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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