Endometriosi, le nanoparticelle localizzano e rimuovono le lesioni

Il nuovo approccio terapeutico potrebbe rivelarsi una speranza per le tante donne che soffrono di questa patologia invalidante

Endometriosi, le nanoparticelle localizzano e rimuovono le lesioni

L'endometriosi è una condizione caratterizzata dalla presenza di endometrio, la mucosa che normalmente riveste la cavità uterina, in organi differenti dall'utero o in porzioni anomale dello stesso, come le ovaie e le tube di Falloppio. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 10% delle donne in età fertile soffre di questo disturbo che si manifesta con sintomi invalidanti: dolore pelvico, vulvodinia, dismenorrea, menorragia e dispareunia. Attualmente non esiste una cura, anche se la rimozione chirurgica delle lesioni può migliorare la fertilità. Tuttavia queste lesioni ritornano in più di un quarto delle pazienti che devono sottoporsi ad altri interventi.

Gli scienziati dell'Università Statale dell'Oregon, guidati da Oleh Taratula, hanno sviluppato un nuovo approccio nanotecnologico per localizzare e rimuovere le lesioni tipiche dell'endometriosi. Lo studio, pubblicato sulla rivista "Small", mostra che le nanoparticelle di ossido di ferro, iniettate per via endovenosa, agiscono come un mezzo di contrasto. Esse, infatti, si accumulano nelle lesioni rendendole più visibili grazie ad una tecnica di imaging avanzata come la risonanza magnetica. Quando sono esposte a un campo magnetico alternato, le nanoparticelle raggiungono una temperatura superiore ai 120 gradi Fahrenheit e, di conseguenza, rimuovono le lesioni con il calore.

L'ipetermia magnetica non era mai stata considerata come un potenziale mezzo per ablare le lesioni endometriosiche poiché altre particelle magnetiche hanno un'efficienza di riscaldamento relativamente bassa. Le particelle potrebbero diventare abbastanza calde solo dopo essere state iniettate direttamente nel tessuto malato, ma questo non è un approccio realistico per l'endometriosi. I ricercatori hanno quindi sviluppato nanoparticelle di forma esagonale che possiedono una più intensa capacità di riscaldamento rispetto alle nanoparticelle sferiche convenzionali.

La modifica delle nanoparticelle con un peptide che prende di mira un recettore cellulare presente in abbondanza nelle cellule endometriche ha migliorato la loro abilità di accumularsi nelle lesioni.

Inoltre indagini condotte sui topi con tessuto endometriale trapiantato da macachi hanno dimostrato la capacità delle nanoparticelle di sradicare le cellule anomale dopo una sessione di ipetermia magnetica.

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