Saporite, versatili e soprattutto salutari. Stiamo parlando delle fave, i semi della pianta Vicia faba appartenente alla famiglia delle Leguminose. Note anche come "carne dei poveri", esse si distinguono per alcune caratteristiche peculiari. Le foglie, di colore grigio verde, hanno un'appendice lievemente arricciata. I fiori presentano sfumature bianche o violacee e sono molto appariscenti. I semi sono contenuti in voluminosi baccelli e la loro dimensione varia a seconda della specie alla quale appartengono. Se ne distinguono tre:
- Fava grossa: i semi, appiattiti e di dimensioni importanti, possono essere consumati dall'uomo;
- Fava piccola o favino: i semi, piccoli e tondi, vengono usati per alimentare il bestiame o per seminare gli erbai;
- Fava cavallina o favetta: i semi, appiattiti e di medie dimensioni, sono destinati all'alimentazione del bestiame.
La raccolta avviene in primavera e, durante questa stagione, le fave possono anche essere gustate crude. Terminato questo periodo, è possibile mangiarle secche dopo averle attentamente reidratate. Scopriamo quali sono le proprietà e i benefici di uno dei legumi più diffusi al mondo.
Fave, un po' di storia
Il consumo delle fave affonda le radici nei tempi remoti, basti pensare infatti che venivano apprezzate da svariati popoli (egizi, sumeri, greci, romani, ebrei) nonostante l'aura funesta che le avvolgeva. Pitagora riteneva che esse, per via della macchia nera presente sui fiori che ricordava la lettera "theta", iniziale di "Thanatos ovvero "morte, conducessero le anime dei defunti alla porta dell'ade. Una leggenda tramandata da Pausania, invece, narrava che la dea Demetra aveva proibito ai sacerdoti di Eleusi di mangiarle.
Sebbene anche presso i romani
le fave continuassero ad avere una connotazione negativa (al Pontefice era addirittura proibito menzionarle), essi le utilizzavano per la panificazione e le gustavano sia fresche che secche. Molte ricette furono tramandate grazie al gastronomo Marco Gavio Apicio che le raccolse nel ricettario "De Re Coquinaria". La loro fama, assai diffusa durante il Medioevo quando venivano chiamate "carne dei poveri", iniziò a venire meno con la scoperta dell'America e dei fagioli.
Le proprietà delle fave
Le fave sono legumi poveri di calorie (per la precisione circa 80 kilocalorie per 100 grammi) ma assai ricchi di principi nutritivi. In particolare:
- Vitamina A: 333 UI per 100 grammi. Elemento indispensabile per la crescita e per la riparazione cellulare;
- Vitamina K: 40,9 μg per 100 grammi. Elemento fondamentale per la coagulazione del sangue;
- Folati: 148 μg per 100 grammi. Sono i precursori della vitamina B9 o acido folico, implicato nello sviluppo del sistema nervoso;
- Ferro: 1,55 mg per 100 grammi. Minerale chiave per il trasporto dell'ossigeno ai tessuti e per la produzione dei globuli rossi;
- Potassio: 332 mg per 100 grammi. Minerale implicato nella regolazione della frequenza cardiaca e nella riduzione della pressione arteriosa;
- Fosforo: 129 mg per 100 grammi. Minerale coinvolto nella riparazione cellulare e nell'attivazione di diversi enzimi;
- Calcio: 37 mg per 100 grammi. Minerale essenziale per la calcificazione ossea.
I benefici delle fave
I vantaggi per la salute che derivano dal consumo delle fave sono innumerevoli. I composti fenolici che abbondano nella loro composizione, oltre ad avere un'attività antimicrobica, contrastano anche l'azione dannosa dei radicali liberi
sul DNA. Diverse ricerche hanno altresì evidenziato la capacità degli stessi di inibire la digestione dei carboidrati e dei lipidi, con un conseguente vantaggio nel mantenimento del peso corporeo. Alcuni principi attivi, poi, si sono rivelati efficaci nel sopprimere la proliferazione di diverse cellule tumorali, in particolare quelle del colon, della vescica e del fegato.
Non si devono obliare gli effetti benefici in termini di prevenzione cardiovascolare derivanti dalla cospicua presenza di minerali quali sodio e potassio. Questo legume, infine, contiene L-Dopa, una sostanza che sembrerebbe far aumentare i livelli di dopamina nel cervello e, quindi, si rivelerebbe utile nel contrastare e nel far regredire i sintomi del morbo di Parkinson. Non esiste, tuttavia, un'evidenza scientifica che confermi tali effetti.
Non tutti possono beneficiare delle virtù delle fave. In alcuni soggetti la loro ingestione è addirittura pericolosa.
Questi individui soffrono, infatti, di favismo ossia una forma di anemia emolitica acuta che si verifica quando sussiste la carenza di un enzima noto come Glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD). Questa patologia ereditaria (il sesso maschile è più colpito) si manifesta con una precisa sintomatologia:- Malessere generale;
- Febbre;
- Pallore;
- Ittero;
- Tachicardia;
- Dolore addominale;
- Urine torbide.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.