Interessa circa 1 su 4500 soggetti ed è più comune tra i 20 e i 60 anni. Uomini e donne sono colpiti allo stesso modo, senza differenze legate al sesso. Con il termine irite si indica l'infiammazione dell'iride, ovvero dell'anello colorato che circonda la pupilla dell'occhio. Iride, coroide e corpo ciliare formano la cosiddetta tonaca vascolare dell'occhio, chiamata anche uvea. Poiché le infiammazioni che riguardano queste zone vengono definite uveiti, l'irite è dunque un particolare tipo di questo disturbo. Le uveiti si dividono in: anteriori, posteriori o corioretiniti, intermedie o pars planiti, totali o iridocoroiditi diffuse. Esistono due tipi principali di irite, monolaterale e bilaterale. Essa inoltre si considera acuta qualora i sintomi insorgono all'improvviso e durano alcuni giorni, oppure cronica se i segni clinici si sviluppano gradualmente e si protraggono per più di sei settimane.
Numerose sono le cause che scatenano questa patologia. Si ricordino: infezioni oculari virali, batteriche o micotiche (herpes zoster, sifilide, tubercolosi, toxoplasmosi, istoplasmosi), infezioni sistemiche (HIV), ustioni chimiche, sarcoidosi, operazioni chirurgiche, lesioni oculari. Ancora allergie, malattie immunitarie, infezioni sessualmente trasmesse, alcuni farmaci (antibiotici, antivirali). Vi sono poi dei fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare il disturbo, tra cui: scarsa igiene, fumo di sigaretta, gotta, diabete mellito, brucellosi. Sotto la lente di ingrandimento anche la predisposizione genetica. Individui con alterazioni a carico dei geni HLA-B27, HLA-A29 e HLA-B51 possono soffrire di patologie autoimmuni, responsabili a loro volta dell'infiammazione dell'iride.
L'irite può trasmettersi da persona a persona solo se ha origine infettiva. Si manifesta con sintomi ben precisi: arrossamento, lacrimazione abbondante, miosi, dolore, pupilla di dimensioni ridotte o di forma irregolare, fotofobia. Ancora sensazioni di fastidio, comparsa di un essudato infiammatorio nella camera anteriore dell'occhio, offuscamento e percezione di corpi mobili nel campo visivo. Generalmente la guarigione avviene nell'arco di pochi giorni, ma se si tratta di una forma cronica potranno trascorrere anche mesi o anni. Talvolta si associa ad altre malattie: spondilite anchilosante, sindrome di Reiter, artrite reumatoide giovanile e artrite psorisiaca.
L'irite è una condizione potenzialmente molto grave che, se non curata adeguatamente, può determinare glaucoma o cecità. La terapia si basa sulla causa che ha generato l'infezione. Nell'occhio si instillano farmaci che dilatano la pupilla così da rilassare i muscoli dell'iride. I colliri corticosteroidi vengono impiegati per ridurre il dolore.
Se l'algia è intensa, il paziente può assumere anche paracetamolo o antinfiammatori non steroidei. In alcuni casi è necessario usare colliri antibiotici, medicinali antivirali e antifungini. Talvolte risulta importante ricorrere a terapie sistemiche al fine di contrastare l'infezione.
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