Nefrite, perché è bene non sottovalutare i sintomi

La conseguenza più temibile di questa patologia è l'insufficienza renale acuta

Nefrite, perché è bene non sottovalutare i sintomi

Con il termine nefrite si indica un'infiammazione che colpisce uno o entrambi i reni. Se il processo flogistico interessa il glomerulo renale, si parla di glomerulonefrite. Quando, invece, l'attività infiammatoria si localizza nel tessuto connettivo interstiziale interposto tra i nefroni, i loro dotti escretori e i vasi renali, ci si trova dinanzi alla cosiddetta nefrite interstiziale. I reni svolgono ruoli fondamentali per il corretto funzionamento dell'organismo. Oltre a produrre urina, essi:

  • Regolano l'equilibrio elettrolitico;
  • Regolano l'equilibrio acido-base;
  • Regolano l'osmolarità;
  • Regolano il volume dei liquidi corporei;
  • Sono adibiti alla secrezione dei prodotti di scarto del metabolismo;
  • Sono adibiti alla secrezione di alcuni ormoni tra cui l'eritropoietina che stimola la produzione di globuli rossi nel midollo osseo.

La nefrite è una condizione medica che non deve mai essere sottovalutata a causa delle conseguenze anche importanti che può comportare. Scopriamo come si manifesta e quali sono i trattamenti più efficaci.

La glomerulonefrite, cause e sintomi

Medico

La glomerulonefrite è un processo infiammatorio a carico dei capillari e delle cellule del glomerulo renale. In base ad alcuni fattori quali progressione della sintomatologia e decorso della malattia la si può distinguere in:

  • Acuta: i sintomi compaiono rapidamente. La percentuale di guarigione completa è del 75%;
  • Subacuta: è una tipologia di glomerulonefrite acuta che interessa le strutture extracapillari. Ha una durata superiore ai tre mesi e una prognosi non sempre positiva. Questa forma, infatti, può sfociare in un'insufficienza renale;
  • Cronica: presente da più di un anno, questo tipo se non adeguatamente trattato può evolvere in sindrome uremica o in insufficienza renale.

Una particolare forma di glomerulonefrite è quella associata al lupus eritematoso sistemico. Gli autoanticorpi tipici prodotti da questa patologia aggrediscono e distruggono le cellule renali, provocando così un danno permanente.

La flogosi renale si manifesta in seguito ad un'infezione che può essere sia batterica, sia virale. Se batterica, l'agente responsabile è quasi sempre lo streptococco. La prognosi è benigna. Molto più rara è l'eziologia virale. In questo caso la glomerulonefrite è una complicanza della varicella. La sintomatologia è facilmente riconoscibile e include:

  • Ematuria: presenza di sangue nelle urine;
  • Proteinuria: presenza di proteine nelle urine;
  • Cilindruria: presenza di cilindri nelle urine;
  • Anemia;
  • Edema;
  • Ipertensione;
  • Febbre.

L'esame del sangue evidenzia un aumento della creatinina e dell'azotemia e una diminuzione di albumina e di globuli rossi. La diagnosi prevede, oltre agli esami di laboratorio, anche l'esecuzione dell'ecografia e della biopsia renale.

La nefrite interstiziale, cause e sintomi

Laboratorio analisi

La nefrite interstiziale è un'infiammazione dell'interstizio, ovvero della parte di tessuto compresa fra i glomeruli e i tubuli renali. Anche in questo caso è possibile distinguere una forma acuta e una forma cronica. La prima è caratterizzata dall'insorgenza repentina della sintomatologia e può evolvere in un'insufficienza renale acuta. La seconda, invece, ha una durata superiore ai sei mesi.

Nella maggior parte dei casi la patologia è provocata da microrganismi e da tossine di varia natura come stafilococchi, streptococchi, bacterium coli, tossina difterica. Quando la flogosi renale è associata a una malattia sistemica, gli agenti patogeni possono raggiungere i reni da organi vicini (nefrite interstiziale ascendente) oppure per via ematica (nefrite interstiziale discendente).

Talvolta il disturbo è asintomatico e la diagnosi è prettamente clinica. Gli esami delle urine evidenziano notevoli quantità di albumina, globuli rossi e leucociti. I sintomi sono particolarmente presenti quando i germi raggiungono i reni tramite il sangue. Essi comprendono:

  • Febbre;
  • Stanchezza;
  • Vomito;
  • Nausea;
  • Cefalea;
  • Dolore alla regione lombare;
  • Urine torbide;
  • Fastidi vescicali.

Nefrite, come curarla

Pillole

Il trattamento della nefrite varia a seconda della causa che l'ha scatenata. Pertanto il medico potrà prescrivere farmaci antibiotici, corticosteroidi, ACE inibitori e immunosoppressori. La forma interstiziale prevede anche la correzione chirurgica di ostacoli al deflusso urinario e lo svuotamento di eventuali raccolte purulente. Particolare attenzione deve essere posta all'alimentazione. La dieta ideale è a basso contenuto di sale, di potassio e di proteine.

Queste ultime, infatti, producono scorie azotate che i reni, già danneggiati, eliminerebbero con non poche difficoltà.

Come già detto, la nefrite non deve mai essere trascurata. La conseguenza più temibile, infatti, è l'insufficienza renale acuta che si manifesta con:

  • Nausea;
  • Vomito;
  • Diarrea;
  • Minzione frequente e urine di colore chiaro;
  • Minzione ridotta e urine scure;
  • Sangue nelle urine;
  • Confusione mentale;
  • Crampi muscolari;
  • Singhiozzo persistente;
  • Dispnea.
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