Le nuove sfide dell'urologia

Fondamentale la prevenzione, le metodiche sono meno invasive

Luigi Cucchi

Nove milioni di italiani non si recano mai dall'urologo. Solo il 10-20% degli uomini si sottopone ad una visita preventiva, ma spesso lo fa quando ha già sviluppato un problema. In Italia vi sono oltre duecento Centri urologici, gli specialisti sono ai massimi livelli in Europa e nel mondo per ricerca, risultati clinici e professionalità. Grandi le conquiste e molte le sfide che vanno affrontate. Ne parliamo con il professor Francesco Rocco, attivo presso il Columbus Clinic Center di Milano: già presidente della Società italiana di urologia, ha introdotto importanti innovazioni nella tecnica chirurgica durante la direzione della cattedra di urologia della università di Milano. «Uno stile di vita scorretto, espone gli uomini al rischio di sviluppare diversi disturbi più o meno gravi. Una adeguata prevenzione precisa il professor Rocco - riduce significativamente la frequenza delle patologie tumorali della prostata, del rene, della vescica e del testicolo, consentendo inoltre una diagnosi precoce e un tempestivo trattamento, anche delle patologie benigne: calcolosi urinaria, iperplasia benigna della prostata e prostatiti, infertilità maschile e disfunzioni sessuali. Disturbi che possono determinare, se trascurati, una riduzione della qualità della vita ed un danno per la salute sessuale e riproduttiva. Fra i problemi più diffusi vi è l'iperplasia prostatica benigna, un ingrossamento della prostata che colpisce 6 milioni di italiani causando disturbi urinari che minano la qualità della vita, come minzione notturna con interruzione del sonno, elevata frequenza diurna, urgenza ma difficoltà ad iniziare la minzione, gocciolamento post-minzionale e getto urinario di intensità ridotta. La prostatite colpisce invece 1 uomo su 4, aumentando la frequenza della minzione, spesso associata a bruciore, difficoltà e dolori. Estremamente frequenti sono poi i calcoli urinari, problemi contro i quali la prevenzione rappresenta un'arma fondamentale. Infine, fra le patologie con cui hanno più spesso a che fare gli uomini sono inclusi il cancro della prostata, l'infertilità e la disfunzione erettile».

L'urologia ha dimostrato una grande vivacità negli ultimi venti anni ed ha reso possibili diagnosi più precise e terapie sempre meno invasive. «La chirurgia guidata dalle immagini (la cosiddetta image-guided surgery, la laparo-endoscopica con un solo ingresso in addome (single-site surgery), la robotica, la mini-laparascopia, la laparascopia 3D, le spies technology hanno rivoluzionato anche la chirurgia laparoscopica convenzionale consentendo di evidenziare dettagli anatomici che permettono di eseguire microdissezioni e chirurgie sempre più focali e rispettose dei tessuti sani funzionali. Presso il Columbus Clinic Center di Milano il 90% della chirurgia urologica viene effettuata per via mininvasiva, robotica o endoscopica». Con la chirurgia laparoscopica in akcuni Paesi, si curano la maggior parte dei pazienti con problemi urologici. L'Italia è la nazione europea all'avanguardia con circa 60 robot già installati e funzionanti.

Vi sono ancora ampie aree di sviluppo della robotica in urologia? «Oggi siamo in grado di eliminare il tumore alla prostata o ai reni rispettando le funzioni degli organi sfruttando in maniera ottimale i vantaggi offerti dalla chirurgia robotica. Visione in HD ed in 3D, ingrandimenti di 10-15 volte, permettono al chirurgo quei risultati altrimenti non possibili con la classica chirurgia laparoscopica».

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