Oltre 200mila gli italiani che soffrono di celiachia, soprattutto donne

Adesso però è più facile diagnosticarla e vi sono più aiuti economici dallo Stato

Oltre 200mila gli italiani che soffrono di celiachia, soprattutto donne

E’ in aumento il numero di italiani che soffrono di celiachia, oltre 200mila. Questo dato è emerso dalla relazione annuale al Parlamento sulla celiachia pubblicata dal Ministero della Salute sul sito ufficiale. Nel 2017 il numero è cresciuto fino a ad arrivare a 206,561 casi, lo 0,34% della popolazione totale. Questa patologia interessa soprattutto le donne, che sono circa i due terzi dei pazienti. Valle d’Aosta e Molise sono risultate le regioni con meno casi presenti. Mentre Lombardia, Lazio, Campania ed Emilia Romagna quelle maggiormente colpite. La Sardegna sale invece al primo posto se si considerano i malati e la percentuale di popolazione residente, seguita da Toscana e Provincia Autonoma di Trento. Secondo il Ministero della Salute annualmente sarebbero circa 10mila le nuove diagnosi, che negli ultimi sei anni vanno a costituire 57,899 nuovi casi. Dimezzate le diagnosi nel 2017 rispetto all’anno precedente. Questo grazie a un nuovo protocollo diagnostico entrato in vigore due anni fa, che permette di fare meno errori e ridurre il numero di esami necessari alla scoperta della malattia.

Un importante cambiamento vi è stato nel 2017, anno in cui la celiachia è entrata a tutti gli effetti a essere considerata una malattia cronica invalidante. In questo modo tutti i celiaci possono far fronte alle spese dovute alla patologia attraverso l’esenzione per le prestazioni sanitarie e gli alimenti senza glutine, non proprio a buon mercato. Questi alimenti in una dieta devono essere circa il 35% del fabbisogno totale quotidiano da carboidrati privi di glutine. L’unica cura al momento possibile per chi scopre di essere celiaco è quella di non assumere alimenti contenente il glutine. Nel 2017 il costo per il Servizio sanitario nazionale è stato di 250 milioni di euro, all’incirca 1200 euro per malato.

Anche la spesa massima è stata riconsiderata, tenendo conto dell’età, del sesso, dell’attività fisica e delle esigenze nutrizionali di chi fa uso obbligatorio di questi prodotti.

Una particolare attenzione è stata rivolta anche al prezzo medio di tali alimenti. L’ultimo anno le Regioni hanno ricevuto il pagamento di 320mila euro per i pasti gluten free e 534mila euro per i corsi di formazione rivolti agli operatori alimentari nel campo della ristorazione.

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