San Siro: allarme rosso per il verde

Il paesaggio dei quartieri milanesi è estremamente vario e certamente le nuove opere contribuiranno a rendere ancor più evidente queste disparità, non necessariamente negative, dei diversi insediamenti, recenti o antichi che essi siano. Un accento particolare va però posto su quel quartiere chiamato «delle villette di San Siro», che ha come sua caratteristica quella di un tessuto edilizio fatto di case familiari e piccoli condomini, condomini che in realtà possono definirsi delle ville urbane. Quartieri come questi, fa giustamente notare un architetto e un urbanista di valore come Gianni Zenoni che si è interessato al caso, a Milano si possono contare sulle dita di una mano, mentre molto spesso sono il tessuto prevalente in tante città europee. A questo pregio hanno contribuito alcune semplici normative inserite nel Piano Regolatore del '53 che limitavano l'altezza delle case a tredici metri e mezzo, obbligando a lasciare una vasta superficie scoperta da costruzioni, dove i grandi alberi potevano tranquillamente crescere. E tutto ciò ha determinato l'unicità della zona, perché in realtà gli alberi sono più alti delle case che stanno loro attorno. Un senso di civiltà, di abitabilità e piacevolezza che forse oggi potrebbe anche assumere il significato di «storico». Anche le modifiche apportate dal Piano Regolatore dell'80, pur negative, hanno garantito in qualche modo che la morfologia del quartiere si salvasse. Il susseguirsi di leggi statali e regionali atte a favorire la costruzioni di parcheggi «in deroga» ai regolamenti comunali, ha dato la possibilità al Comune di poter far costruire all'operatore, «in deroga», parcheggi interrati su tutta la superficie del lotto.

Ora, lasciando stare ogni considerazione riguardanti legge e burocrazia, è mai possibile che si possa pensare di demolire un tale patrimonio di verde esistente, stravolgendo così il significato e la peculiarità di un quartiere che si distingue per civiltà e abitabilità?

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