Mercoledì scorso, guarnito d'una folla considerevole, il primo consiglio comunale di Santa Margherita Ligure. Dopo la conferma dei consiglieri, il giuramento del sindaco Roberto De Marchi, fascia tricolore e discorso a ribadire modi e termini di uno governo da costruirsi. Tra gli applausi e l'emozione dei sostenitori, il professore è soddisfatto del risultato che però «non deve fare velo alla nostra capacità di giudizio». Premessa emblematica alla volontà di «procurarci consenso e cogliere stimoli - argomenta De Marchi - La vittoria di Gente per Santa può consentire alle altre forze politiche di riflettere sulle ragioni che ne hanno prodotto la sconfitta».
Ergo, «rispetto per tutti. Santa ha bisogno di serenità, cooperazione, concordia e riconoscimento reciproco». Poi la stoccata a «quell'avversario politico che dopo il successo mi ha scritto che chi ha vinto ha sempre ragione. Questo concetto non ci appartiene, semmai è il contrario».
Intanto il segretario generale non sarà più fisicamente accanto al sindaco, ma «a disposizione di maggioranza e opposizione». Soprattutto basta alla definizione «banco degli asini» per indicare il sito della minoranza, e vietato discutere mozioni e interrogazioni alle ore più assurde, «svilendo il senso della democrazia».
Sugli assessori foresti, «qualcuno non ha resistito alla tentazione di leggerli alla maniera della vecchia politica - butta lì il sindaco - Ribadisco la scelta in totale autonomia: non dobbiamo distribuire incarichi». La novità dell'assessorato di Chioggia? «Una delega ad obiettivo: si tratta di concorrere ad una rivoluzione concettuale in cui al centro c'è il cittadino».
De Marchi cita J.F. Kennedy e conclude con San Francesco invocando «serenità, coraggio e saggezza».
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