Sarà un inno al Carnevale, tutti in maschera allo stadio

Sfilata festosa, gli azzurri dietro Zoeggeler. C’è Berlusconi, non Putin. John Elkann: «Quest’energia sarebbe piaciuta al nonno»

da Torino

Nella tradizione delle Olimpiadi, quelle estive come quelle invernali, la cerimonia di inaugurazione è molto formale, quasi volesse essere la presentazione dei Giochi. Quella di chiusura, invece, è volutamente festosa, medaglie fresche di conio esibite con evidente soddisfazione, vecchi e nuovi amici che si salutano e si danno appuntamento per quattro anni dopo, ai prossimi Giochi. Stavolta, Torino passa la mano ai canadesi di Vancouver.
La festa di Torino è per questa sera, inizio alle 20 ma stadio già pieno almeno un’ora prima, severi controlli all’ingresso con i metal detector, finora è andato tutto bene ma sarà opportuno tenere ancora gli occhi aperti. La chiusura coincide con gli ultimi giorni del carnevale. Ed ecco allora l’idea di mettere la maschera ad atleti e spettatori, dopo aver fornito a tutti un mantello bianco in modo da dare a spalti e tribune riempiti l’effetto neve.
In tribuna d’onore un parterre de roi, ci sarà il presidente Berlusconi, probabilmente accanto a lui non potrà sedere Putin che sarebbe venuto a Torino anche per assistere alla finale del torneo di hockey, alla quale la sua Russia non è arrivata, eliminata in semifinale dalla Finlandia. Ma non mancheranno altri ministri, i dirgenti del Cio, del Coni e dei comitati olimpici di altri Paesi.
Il ministro Pisanu assisterà alla cerimonia dal suo studio al Viminale, pronto a dare le disposizioni necessarie (e comunque già organizzate) nel deprecabile ma improbabile caso di incidenti gravi. Attivato il massimo controllo aereo - su Torino sarà vietato qualsiasi volo fino a stadio svuotato - 1.300 militari all’interno dell’impianto. La cerimonia si completerà con la sfilata delle delegazioni, alfiere degli azzurri sarà Zoeggeler, il vincitore della gara di slittino, al quale la bandiera è stata passata idealmente da Carolina Kostner. A chiudere i Giochi di Torino, con lo spegnimento del braciere e del fuoco olimpico, sarà chiamato Nino Benvenuti, olimpionico di pugilato 46 anni fa a Roma, nell’ultima precedente Olimpiade italiana.


Ieri a salutare gli azzurri un torinese speciale, John Elkann, il nipote dell’Avvocato, che indossava il giaccone color argento degli atleti e si è fermato a parlare con Fabris, il personaggio azzurro di questi Giochi con le sue due medaglie d’oro e una di bronzo: «Grande atmosfera, un successo per Torino. A mio nonno, tutto questo sarebbe piaciuto».

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