Nicolas Sarkozy non vuole gli immigrati e tiene duro. Bello sforzo. Certamente non ha la ragionevolezza dalla sua parte ma ha qualcosa di molto sostanzioso: la geografia.
Fermare gli immigrati a Ventimiglia è un gioco da ragazzi. Fermarli in mare è praticamente impossibile. Qui sta la differenza tra la Francia e l’Italia. Qui sta la differenza di atteggiamento tra Sarkozy e Berlusconi. Trattasi di geografia, altro che di politica. Facile per Sarkozy fare il duro. Anche Berlusconi potrebbe fare il duro, con la conseguenza che avremmo centinaia di morti al giorno come la folle posizione di Malta ha fatto accadere nelle sue acque. La durezza non è nella tenacia dei francesi ma nella loro cocciutaggine a non voler accettare la realtà e la conseguente necessità di partager, condividere, con l’Italia, e con l’Europa (che non c’è), questo problema.
Il presidente della Repubblica francese deve fare il duro dentro per dimostrare che fa cose di destra, altrimenti la Le Pen alle elezioni se lo mangia vivo, e fa il duro dentro controllando una frontiera e qualche centinaio di metri di confine. Nei fatti ha una concezione dell’Europa che fa ridere anche i più ben disposti nei suoi confronti, o che lo sono stati. Peccato una marcia indietro così evidente. Chi non ricorda i proclami del presidente della Repubblica francese durante la crisi finanziaria sulla necessità di ricostruire in fretta un’Europa forte e coesa? Chi non ricorda i suoi appelli alla necessità di un’Europa capace di fronteggiare gli Usa da una parte e l’Asia emergente dall’altra?
Per competere con la Le Pen ha prima voluto dimostrarsi uomo duro di destra minacciando di attaccare la Libia da solo. Poi, sempre per la paura che la Le Pen continuasse a mangiare nel piatto della destra francese, si è disinteressato completamente delle conseguenze della guerra. Questa è la verità su monsieur Sarkozy.
Di fronte a questa situazione, così come di fronte alla scelleratezza di Malta, tra l’Italia e la Francia manca un terzo soggetto: l’Europa.
Perché se è vero che le coste italiane alle quali approdano i libici, i tunisini e altri africani, sono coste europee, allora la geografia deve trasformarsi subito in responsabilità politica. Non può essere altrimenti. Ma possibile mai che l’Europa sia riuscita a bloccare intese economiche nazionali e internazionali attraverso la disciplina dell’antitrust e non riesca a far rispettare i patti ai suoi Stati in materia di immigrazione? Il governo italiano, attraverso l’impegno di Maroni e Berlusconi, fa bene a incontrare i francesi, a protestare con loro, a tentare di trattare, a provare di imporsi. Ma sarà giocoforza portare la questione in Europa, imporre la discussione a quel livello lì.
Ma che razza di Europa è quella che non si occupa di uno dei maggiori problemi che avrà davanti nei prossimi decenni e continua a occuparsi - lo abbiamo ricordato tante volte - di problemi che gli Stati affronterebbero molto meglio da soli? E il rispetto del principio di sussidiarietà dove è finito? In base a quel principio la comunità interviene laddove gli Stati da soli non riescano. Non è questo il caso?
La Francia e Malta stanno violando lo spirito (e forse anche la lettera)
delle regole europee. Non basta questo per intervenire. Altro che Berlusconi molle e Sarkozy duro. Qui c’e l’Italia di Berlusconi che sta provando a dare una soluzione al problema. La Francia di Sarkozy che se ne frega.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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