Sbarchi a Lampedusa, arrivati altri 700 migranti Ue ripensa alle frontiere

Arrivati 759 migranti. Un natante con 300 persone alla deriva a 15 miglia dal'isola. Il presidente della Commissione Ue Barroso: "Ripristino temporaneo delle frontiere interne opzione possibile"

Sbarchi a Lampedusa, 
arrivati altri 700 migranti 
Ue ripensa alle frontiere

E' giunto in nottata a Lampedusa, poco prima delle 4, il barcone partito dalla Libia che ieri aveva lanciato l'Sos mentre si trovava ancora in acque maltesi. A bordo dell'imbarcazione, scortata da tre motovedette della Guardia Costiera, 461 profughi, tra i quali 44 donne e sei bambini. Erano stati gli stessi immigrati a lanciare l'allarme con un telefono satellitare, sostenendo di essere in 600 e di imbarcare acqua. Le autorità maltesi avevano però comunicato di non potere inviare propri mezzi navali a causa delle cattive condizioni del mare. Da Lampedusa erano così salpate tre unità della Guardia Costiera che hanno portato a termine l'operazione di soccorso.

Una motovedetta della guardia di finanza ha soccorso 298 migranti appena giunti a Lampedusa, mentre un altro barcone con circa 300 extracomunitari si trova alla deriva a circa 15 miglia al largo dell'isola; una motovedetta della guardia di finanza e un guardacoste stanno trasbordando i migranti: nella zona di mare c'é una nave turca, allertata in caso di necessità. Sono complessivamente oltre 2.500 i profughi sbarcati a Lampedusa in due giorni. Tutti dovrebbero essere trasferiti sulla terraferma con la nave Flaminia della Tirrenia che si trova in rada davanti all'isola con 715 migrati già trasbordati ieri.

Barroso: "Possibile ripristino delle frontiere" Il "ripristino temporaneo" in base a criteri "chiaramenti definiti" delle frontiere interne tra i Paesi Ue che aderiscono all'accordo di Schengen "é una delle opzioni possibili" per rafforzare la gestione dell'accordo per l'abolizione delle frontiere interne all'Ue: la Commissione "presenterà prossimamente proposte in questo senso". E' quanto scrive il presidente dell'esecutivo europeo José Manuel Barroso nella lettera di risposta a quella sul tema dell'immigrazione ricevuta dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al presidente francese Nicolas Sarkozy dopo il vertice bilaterale del 26 aprile scorso. "Sono convinto - scrive Barroso a Italia e Francia - che condividiamo gli stessi obiettivi". In particolare, arrivare a una gestione "più coordinata, rafforzata, più solidale e, soprattutto, più comune" della politica migratoria a livello Ue. La Commissione ritiene in particolare che "solo" un partenariato rafforzato con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo permetterà di trovare una soluzione "durevole" all'attuale pressione migratoria.

L'appello di Barroso Barroso lancia anche un duplice appello a tutti i Paesi Ue per attivare altri importanti strumenti che possono dare concretezza al principio della solidarietà europea. In primo luogo l'aumento della capacita di azione e delle competenze di Frontex. Bruxelles ritiene che l'agenzia per i controllo delle frontiere Ue debba disporre di "risorse supplementari" con l'"indispensabile" contributo, in termini di mezzi, degli Stati membri. Per questo, evidenzia Barroso, è "assolutamente indispensabile" giungere a un accordo sulle proposte che sono già sul tavolo dei 27 dal febbraio del 2010. Inoltre, è necessario per Bruxelles potenziare il sistema europeo di asilo, un potenziamento che costituisce, scrive ancora Barroso, "insieme all'instaurazione di una solidarietà reale e concreta tra Stati membri, uno degli obiettivi che la Commissione ha ripetutamente esposto e difeso".

Maroni: "L'Europa non dà risposte" "Ho fatto l'accordo con la Tunisia, che sta funzionando, ma sto ancora aspettando che l'Europa mi dia una risposta se vuole collaborare: se non ci muovevamo noi eravamo ancora all'inizio". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni parlando dei problemi legati all'immigrazione nel Mediterraneo. A giudizio di Maroni "l'Europa non reagisce, non dà risposte, pone solo limiti".

Detto questo, il ministro dell'Interno ha precisato di non voler passare per quello che si lamenta e basta. "Noi non ci lamentiamo - ha continuato -, chiediamo all'Unione Europea, a cui diamo 14 miliardi di euro all'anno, di darci una mano quando ci sono problemi gravi".

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