La Scala apre con Verdi e la Netrebko superstar

"I politici non vogliono capire. Il mondo della lirica funziona se si programma in anticipo"

La Scala apre con Verdi e la Netrebko superstar
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«I politici non vogliono capire. Il mondo della lirica funziona se si programma in anticipo», è una delle stoccate di Meyer, il sovrintendente della Scala che ieri ha presentato la sua ultima stagione. Se ne andrà nel 2025, alla scadenza di un contratto che il Cda, in primis l'area in rappresentanza del Governo, non ha rinnovato, tutt'uno con una legge che pensiona i sovrintendenti a 70 anni. La vicenda è nota, e parecchio pasticciata. Forse per questo il presidente della Fondazione Scala, sindaco di Milano, Giuseppe Sala non c'era alla conferenza stampa? Il futuro sovrintendente Ortombina, che oggi incontra Sala, dovrebbe sapere quando inizierà il suo mandato, ma ancora Meyer non ha comunicato se chiuderà nel marzo 2025, scadenza del contratto, oppure ad agosto profittando della proroga concessa dal Governo. Ortombina ha 64 anni, e i tempi stringono per tutti.

La stagione 2024-25 apre con la Forza del destino di Verdi diretta da Chailly al quale dovrebbe poi subentrare Daniele Gatti, che non è stato scelto né da Meyer né da Ortombina (un buon inizio), ma che appartiene alla famiglia Scala. Sarà una inaugurazione con un supercast, zenit in Netrebko e Kaufmann. Nel 2025 inizia la Tetralogia di Wagner con, udite udite, Thielemann: saranno le ore meglio spese del 2024. Ritorna Tosca che Chailly ha affidato a Gamba, il delfino? L'ottimo Capuano, che a Salisburgo ha fatto meraviglie, dirige Cenerentola con i ragazzi dell'Accademia. Carsen firma la regia di Così fan tutte. Nuova anche la produzione di Norma affidata a Py e Rebeka nel ruolo del titolo. Attesa la prima assoluta de Il nome della rosa del compositore Filidei e regia di Michieletto. Da inserire in agenda il Trittico di Weill diretto da Chailly, e mai visto alla Scala.

La stagione comprende il balletto, la musica da camera e sinfonica, con punte nel Bach d'autore di Gardiner e il Mozart di Muti e i Wiener. Meyer lascia la Scala coi conti a posto, con utili e ricavi cresciuti: «Guardateli bene questi numeri, perché non li vedrete più», si dice abbia detto al Cda.

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