Scalata Antonveneta, la difesa di Brancher: "Legittimo impedimento per il neo ministro"

La difesa del ministro, imputato a Milano nel processo sulla scalata ad Antonveneta da parte di Bpi, in calendario per sabato prossimo, ha eccepito il legittimo impedimento per organizzare il ministero

Scalata Antonveneta, la difesa di Brancher:  
"Legittimo impedimento per il neo ministro"

Milano - La difesa di Aldo Brancher, il ministro imputato a Milano in uno stralcio del processo sul tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi, in calendario per sabato prossimo, 26 giugno, ha eccepito in base alla legge il "legittimo impedimento". L’avvocato Piermaria Corso ha depositato un’istanza in cui chiede che venga applicata la legge sul legittimo impedimento nei confronti del suo assistito, in vista dell’udienza del processo in cui è accusato di appropriazione indebita per il caso Antonveneta. L’udienza è in programma sabato davanti al giudice monocratico della V Sezione Penale del tribunale di Milano. L’avvocato Corso chiede che il processo venga rinviato in applicazione della normativa che prevede la possibilità di "congelare" i procedimenti che riguardano le più alte cariche dello Stato e i ministri.

L'organizzazione del ministero Il motivo del legittimo impedimento è la "necessità di organizzare il nuovo ministero". La difesa chiede la sospensione del processo fino al prossimo 7 ottobre e non per sei mesi. Per quella data, salvo altri impegni, Brancher potrà essere in aula. 

Letta: Lega ingoia umiliazione "Ma la Lega non prova nessuna vergogna? Se la Lega ingoia anche l’umiliazione del federalismo usato come scusa per i fatti processuali di Brancher perde qualunque credibilità rimasta". Così Enrico Letta, vice segretario del Pd. "Non so se per la Lega -aggiunge- ma per noi è impossibile qualunque confronto sul federalismo se non viene rimosso questo scandalo. Il fatto è talmente grave -conclude Letta- da lasciare esterrefatti per il senso di impunità e di sprezzo delle istituzioni che testimonia".

Generazione Italia: non è un bel vedere "Non sa ancora quali deleghe avrà, in quali uffici verrà ospitato, quante segretarie potrà assumere e quanti soldi avrà in dotazione il suo Ministero. E c’è addirittura la possibilità di un’immediata promozione all’Agricoltura. In tale contesto, il suo primo atto da Ministro della Repubblica, ovvero eccepire il legittimo impedimento in quanto ministro e quindi chiedere il rinvio della prima udienza, in programma sabato prossimo, del processo che lo vede imputato a Milano, pone un problema quanto meno - diciamo così - di natura estetica". Lo scrive nel suo "Punto", il direttore di Generazione Italia, Gianmario Mariniello.

Di Pietro: ladrocinio di Stato "Ciò a cui stiamo assistendo, non si chiama solo conflitto d’interessi, ma si chiama ladrocinio di Stato portato avanti da persone che sono andate al potere solo per poter rubare legalmente". Lo ha affermato, intervenendo nell’aula della Camera, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro.

Bossi: non ne so nulla Il leader della Lega preferisce non commentare: "Non so nulla, chiedetelo a Brancher" risponde ai giornalisti che lo avvicinano a Montecitorio.

Franceschini: caduta la maschera "Che a pochi giorni dalla sua nomina a ministro Brancher abbia fatto ricorso al legittimo impedimento per bloccare un processo, è la prova che la nomina aveva questa finalità. La maschera è caduta", ha detto il capogruppo del Pd ala Camera Dario Franceschini.

Lupi: pregiudizio è inizio ideologia Il vice presidente della Camera Maurizio Lupi ricorre cita l’autore della "Nascita della tragedia" e di "Aldilà del bene e del male".

"Ricordo agli amici dell’opposizione - ha detto Lupi parlando a Montecitorio - una frase di Nietzsche secondo cui il pregiudizio è l’inizio dell’ideologia. Così facendo - ha concluso - si possono instaurare rapporti solo partendo dall’idea di nemico e vedendo il male anche dove non c’è".

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