Scaroni: prezzi greggio complicano piano 2011-14

«Quando presenteremo il piano strategico il 10 marzo speriamo di avere le idee più chiare sulla situazione politica complessiva perché gli investitori e gli analisti ci chiederanno visibilità e mi piacerebbe dare loro quella visibilità. Ora non è facile immaginare cosa potrà succedere». Ad affermarlo, al termine della sua audizione al Copasir è l’ad dell’Eni, Paolo Scaroni, in vista della presentazione del piano strategico del gruppo petrolifero italiano a Londra il prossimo 10 marzo in contemporanea con la presentazione dei conti per il 2010. Il piano 2011-2014 è stato d’altra parte messo a punto con una stima di 70 dollari per il barile di petrolio.
Scaroni, la cui riconferma al vertice del gruppo del Cane a sei zampe appare più sicura proprio in virtù della crisi libica che richiede continuità nella gestione, ha comunque assicurato che il petrolio di Tripoli «è facile da rimpiazzare con altri fornitori» e che l’“effetto Libia“ si vede molto più sui prezzi che sui flussi di greggio. Quanto alle forniture di gas, «il problema non si pone». «Siamo in una situazione di emergenza - ha aggiunto Scaroni - , ma le cose vanno avanti. In Libia su base normale produciamo 280mila barili equivalenti, di questi molti sono di gas, in questo momento sono invece circa 120mila. Se la situazione politica internazionale si tranquillizzasse, il prezzo del petrolio scenderebbe sotto i 100 dollari». Il gruppo ha intanto perforato ieri con successo il pozzo Perla 4, situato nel nell’offshore del Golfo del Venezuela. Con questo pozzo le stime sul volume di gas in posto aumentano a oltre 450 miliardi di metri cubi (2,9 miliardi di barili).


La crisi libica potrebbe tuttavia avere un impatto negativo sul rating di Eni, afferma Fitch, così come sulla valutazione delle compagnie europee Omv, Repsol e Bg, esposte su Libia o Egitto. Eni attualmente ha un rating AA- con outlook negativo.

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