da Roma
Senatore Schifani lei torna adesso da Napoli, dove una manifestazione della Cdl chiede le dimissioni di Bassolino e della Iervolino: è così che si risolve il dramma Campania?
«Lemergenza non è della Regione, è nazionale e da tutti gli italiani ci vuole solidarietà. Comprendo ma non giustifico le reazioni violente di alcuni, come in Sardegna: le regioni con termovalorizzatori devono smaltire limmondizia, ma contestualmente i politici locali responsabili del disastro devono dimettersi».
Le responsabilità sono solo loro?
«No, ma loro innanzitutto e 40-50mila persone in piazza chiedono un passo indietro. A cominciare da Bassolino, sindaco e commissario prima che governatore. Altro grande colpevole è Pecoraro Scanio, per il quale abbiamo presentato in Senato una mozione di sfiducia. Per un contrasto con lui, che si è sempre opposto a discariche e termovalorizzatori, Bertolaso ha lasciato il suo posto».
Eppure, queste dimissioni nessuno vuole presentarle.
«È inspiegabile e preoccupante. A Napoli ho visto una città triste, assediata dai rifiuti e dai problemi igienici. Ho visitato discariche come quella di Giuliano, dove giacciono montagne di ecoballe impossibili da smaltire perché contengono di tutto, vere bombe ecologiche. Si sta pagando per le enormi responsabilità della classe politica locale».
È il fallimento anche della politica del commissariamento?
«Il commissariamento è sempre un riconoscimento di fallimento delle istituzioni. In un gioco delle parti i politici locali, non avendo il coraggio di imporre le scelte necessarie, si sono trincerati dietro al commissario. Ma Bassolino per anni ha cumulato i poteri di commissario e di governatore».
Vuole sempre una commissione dinchiesta?
«È necessaria insediarne subito una, poco numerosa, per accertare fatti e pericoli per la salute dei cittadini».
Come giudica le prime misure del governo e la nomina del commissario De Gennaro?
«De Gennaro non è luomo dei miracoli. Lo stimo, ma potrà fare poco rispetto alla situazione disastrosa del territorio. Molto, però, come uomo dello Stato senza condizionamenti ambientali».
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