Houston, abbiamo un bisogno

La Nasa ha appena lanciato il LunaRecycle Challenge (un concorso internazionale da 3 milioni di dollari) rivolto a chiunque riesca a progettare un sistema per riciclare feci e urina durante le missioni spaziali

Nasa.gov
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Houston, abbiamo un bisogno! O meglio, Houston ha un bisogno, ha bisogno di noi per i bisogni degli astronauti: la Nasa ha appena lanciato il LunaRecycle Challenge (un concorso internazionale da 3 milioni di dollari) rivolto a chiunque riesca a progettare un sistema per riciclare feci e urina durante le missioni spaziali. Sì è tutto vero, non stiamo parlando di razzi ma di cacca e pipì: basti pensare che tra il 1969 e il 1972 gli astronauti delle missioni Apollo lasciarono sulla Luna 96 sacchetti di escrementi (e da allora nessuno li ha più toccati, ovviamente). Ora però bisogna farsi trovare pronti visto che la missione Artemis punta a stabilire colonie umane sulla Luna (per poi usarla come base per andare su Marte) e la cacca dove si mette? La butto lì: in un cratere? No, perché lo scopo è riciclarla.

In ogni caso, se volete partecipare alla sfida da 3 milioni di dollari, ci sono due fasi: nella prima si presentano idee, nella seconda si realizzano prototipi. Certo, è una challenge aperta a chiunque, ma suppongo si debba essere almeno dei biologi o degli ingegneri spaziali, io sarei come Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere, quando pensano a tutte le invenzioni che potrebbero fare nel 1492, venendo dal futuro, e alla fine ripiegano sul water: “Pure quello però come funziona? L’acqua che scarichi poi ritorna…”. “È il principio dei vasi comunicanti no?” “Lo sai fare?” “No”. Che poi (dettaglio non trascurabile) non abbiamo ancora risolto il problema delle radiazioni cosmiche per lunghe permanenze: lo spazio è cancerogeno. Ma almeno sarà igienizzato. Al massimo potrei scrivere alla NASA: usare le feci come Matt Damon in The martian, come fertilizzante, per coltivare patate? Ci avranno già pensato.

Mi vengono in mente anche Piero Manzoni e le sue geniali scatolette di Merda d’artista. Nel 1961 ne fece 90, e nello stesso anno Kennedy annunciava l’obiettivo di portare l’uomo sulla Luna entro la fine del decennio: sarebbe bastata la sua firma per risolvere il problema, bisogni riciclati in opere d’arte, purtroppo Piero è morto nel 1963 e dubito sarebbe stato disposto a fare l’artista nello spazio.

Fun fact: i 96 sacchetti lunari non di artista ma di astronauta al momento contenevano sicuramente batteri intestinali vivi, adesso non più: le condizioni lunari (assenza di atmosfera, radiazioni, vuoto, temperature estreme, e non è che su Marte sia tanto

meglio) sono letali per qualunque forma di vita terrestre (a parte i tardigradi). Oggi quei sacchetti sono biologicamente sterili: almeno sulla Luna i batteri non si sono moltiplicati, a differenza delle teorie del complotto.

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