Avevo scattato foto che ritenevo molto belle, interni ed esterni, del tempio buddhista di Sighiria nello Sri Lanka. Mi sedetti nel sottostante parco, ombreggiato da banjan immensi. Poggiai la macchina fotografica su una larga pietra, e trassi il rullino impressionato e dalla borsa ne scelsi altri tre di differenti sensibilità. E stavo calcolando tra me e me quale scegliere per vincere la penombra fitta di quell’oasi verde e fu quella un’incertezza fatale. Perché fulminea scese dall’albero una scimmia, una delle tante tra i milioni che popolano quel Paese.
Afferrò un rullo, ma non uno qualsiasi. Quello prezioso, impressionato. Apparentemente non diverso dagli altri ma in realtà il più importante, il numero uno e lei non lo aveva perso di vista malgrado io l’avessi più volte spostato e mescolato tra gli altri. Non lo aveva perso di vista perché in quella maniera lei, la scimmia, aveva capito che quello per me era tra tutti il più importante e voleva farmi un dispetto di quelli che non si dimenticano. E ci riuscì infatti, malgrado mie offerte di cibo, minacce e imprecazioni. Non me lo rese. Da parte mia sfumata la rabbia mi chiesi come mai lei, dispettosa, non si era sbagliata tra quattro rulli quasi uguali. Non aveva scelto né il numero due, né il tre, né il quattro, ma il numero uno. Evidentemente mi dissi e mi convinsi sapeva contare e in qualche modo aveva mentalmente numerato le possibili prede e al momento di agire non si era sbagliata.
Mi consolai con quella constatazione, tuttavia senza crederci molto: non potevo accettare l’idea che quell’ombra pelosa e dispettosa sapesse contare. Mi sono ricreduto ieri quando sul mio computer è apparsa una mail proveniente da fonte sicura e attendibile: l’agenzia Reuters rimbalzata dall’Ansa. Dove citando la Duke University di Chicago si sostiene che gli scimpanzé sono in grado di fare addizioni a mente con la stessa abilità degli umani. «A due scimmie e a quindici studenti è stato chiesto di sommare velocemente due serie di punti che apparivano su uno schermo scegliendo la risposta giusta fra due soluzioni», afferma Jessica Cantion, autrice dello studio pubblicato da Plos Biology. «Studio che dimostra che se si toglie il linguaggio agli uomini le performance diventano le stesse dei nostri antenati animali». Sia gli animali che gli uomini hanno risposto nello stesso tempo, circa un secondo, e con la stessa percentuale di successo. Aggiunge la Cantion: «È la prima volta che si studiano le capacità di prendere decisioni basate su calcoli matematici dei primati».
È da aggiungere che la ricerca effettuata dalla Duke University è successiva allo studio giapponese in base al quale alcuni giovani scimpanzé avevano fatto meglio di esseri umani adulti nei giochi di memoria.
«Scimmie e studenti impegnati in test di aritmetica non verbale al computer - cita ancora la Cantion - dovevano sommare i valori numerici di due serie di puntini e scegliere tra due opzioni una delle quali riportava la somma aritmetica di due sistemi da addizionare. Risultato? Per lo scorno degli studenti, le scimmie erano in grado di eseguire addizioni a mente in modo molto simile a quello dei ragazzi».
Non ci resta che attendere le pagelle a fine anno e promuovere a pieni voti i nuovi allievi. In attesa che con il tempo riescano anche a superarci nel difficile calcolo e così aiutarci a far quadrare i conti a fine mese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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