Scudo giudiziario, Consulta spaccata E se fossero i giudici a salvare Silvio?

Giovedì i giudici della Corte Costituzionale si riuniranno in camera di consiglio per decidere sulla norma del legittimo impedimento. Ancora incerto l'esito. Ghedini: "Sono fiducioso". Ma le toghe potrebbero salvare il premier: i procedimenti ripartiranno da zero e la prescrizione è quasi inevitabile. Come andrà a finire? I tre verdetti possibili

Scudo giudiziario, Consulta spaccata 
E se fossero i giudici a salvare Silvio?

Roma - La Consulta è spaccata a meno di 48 ore dal giorno della decisione sul legittimo impedimento. I giudici della Corte Costituzionale si riuniranno in camera di consiglio per decidere sulla norma del legittimo impedimento alle 9,30 di giovedì prossimo. Questa mattina si è svolta l’udienza pubblica sulla costituzionalità della norma. Norma che - secondo il legale del premier, Niccolò Ghedini - non abroga l’articolo 420 ter (quello che disciplina i casi in cui l’imputato non può comparire per cause di forza maggiore, ndr) nè lo sostituisce limitandosi a tipizzare il legittimo impedimento di cui il giudice deve tener conto pur conservando le facoltà di valutazione che la legge gli attribuisce "Del resto, ha ammesso Ghedini, "nel nostro Paese i tempi ragionevoli del processo e la sua speditezza sono assai opinabili e trovano elastica applicazione a seconda dei vari casi processuali". Per l’altro legale di Berlusconi, Piero Longo, "il rinvio della seduta nell’ambito delle udienze, su richiesta della difesa, è già prevista nel nostro ordinamento anche al di fuori del legittimo impedimento. Il giudice rimane arbitro assoluto della richiesta di rinvio, per altro legittima, anzi il periodo di sospensione può essere più lungo di quello previsto dalla legge sul legittimo impedimento". "Il bilanciamento tra i valori costituzionali - ha ricordato Longo - avviene sempre tramite legge ordinaria che presenta carattere di ragionevolezza. Non avrebbe senso risolvere i conflitti tra i diritti costituzionalmente difesi con una legge costituzionale".

"Nei casi di legittimo impedimento coessenziale all’espletamento di un impegno istituzionale concomitante all’udienza - ha sostenuto l’avvocato dello Stato, Michele Dipace - il giudice non può fare alcun apprezzamento di merito e ha il dovere di rinviare la causa e di programmare un nuovo calendario delle udienze". Mentre "l’equilibrio tra speditezza del processo e diritto di difesa può essere garantito dal principio di reale collaborazione tra poteri dello Stato".

 

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