Scuola, la Gelmini: "Basta con il viavai dei prof"

Dopo le polemiche sui test regionali voluti dalla Lega, Il ministro dell’Istruzione vuole la reesidenza tra i criteri di scelta: "Non c'è discriminazione, la Lega ha solo chiesto di studiare anche la cultura locale. Giusto limitare i trasferimenti e avere insegnanti che conoscano il territorio"

Scuola, la Gelmini: "Basta con il viavai dei prof"

Roma - La Lega propone un meccanismo di selezione per i docenti basato anche sulla conoscenza della cultura locale e del dialetto della regione nella quale andranno ad insegnare. Lei è d’accordo ministro Gelmini?
«Sostenere che il partito di Umberto Bossi propone test di dialetto per i professori in questi termini è, come dice il capogruppo leghista Roberto Cota, una bufala».

E come stanno le cose invece?
«L’intervento di Paola Goisis in commissione Cultura durante la discussione sulla proposta di legge del presidente Aprea era molto articolato, toccava diverse tematiche e conteneva tra l’altro osservazioni interessanti e assolutamente condivisibili. Come ad esempio quella di favorire un legame più stretto tra i docenti ed il territorio nel quale operano».

Ed in che modo attuarlo?
«Occorrono un ampio confronto ed una riflessione che potranno poi rientrare in un progetto più ampio di riforma dei programmi e del meccanismo di selezione per i docenti. Non vedo che cosa ci sia di sbagliato nell’idea di inserire nei programmi di studio elementi che riguardano il territorio, le tradizioni e la cultura locale. Ovvio che questo vale per il Nord e per il Sud allo stesso modo».

Ma per lei, ministro, qual è la priorità rispetto alla funzione docente? Che cosa vorrebbe correggere subito?
«Basta con il viavai dei professori che cambiano scuola ogni anno, facendo la spola da una regione all’altra, da una città all’altra. Voglio rivedere questi meccanismi. Ovvio che faremo attente verifiche ma il mio obiettivo è quello di sostenere la continuità didattica, voglio chiudere l’epoca degli insegnanti stagionali».

La proposta della Lega è finita nel calderone dove bollono tutte le tematiche del confronto interno alla maggioranza tra il Nord ed il Sud insieme alle polemiche sull’Afghanistan e la nascita del Partito del sud. Lei, bresciana purosangue, ha appena firmato un importante accordo di collaborazione tra il suo ministero e quello dell’Ambiente della sicilianissima Stefania Prestigiacomo. Questo scontro Nord-Sud rischia davvero di mettere a repentaglio il cammino del governo o si fa tanto rumore per nulla?
«Tutti i parlamentari portano in aula le esigenze del proprio territorio. È normale, è giusto che si faccia e che si possa arrivare ad un confronto anche serrato sulle diverse esigenze. Ma non ho dubbio che su qualsiasi eventuale contrasto interverrà il presidente Silvio Berlusconi che come sempre saprà trovare una sintesi trasparente mettendo tutti d’accordo».

Nessun contrasto tra lei e la Lega quindi...
«Le riforme scolastiche di mia iniziativa sono già state approvate e sono in corso di attuazione e su quelle non esiste alcuna conflittualità con il Carroccio».

La Lega sembra però soffrire una eccessiva presenza di insegnanti meridionali al Nord.
«Nella scelta degli insegnanti la stella polare per il governo resta quella della loro preparazione e della loro cultura. Sono insegnanti bravi o no? Tutto il resto viene dopo. Detto questo, non escludo si possa valutare il fattore della rappresentanza territoriale, inserendo accanto agli altri criteri quello della residenza. Si tratta soltanto di ipotesi e prima di essere attuate vanno sciolti tutti i dubbi giuridici».

La mozione della giunta di Vicenza che intende bloccare l’arrivo di presidi dal Sud dimostra che questo timore di una presunta meridionalizzazione delle scuole è concreto, o no?
«Proprio quella vicenda dimostra come queste preoccupazioni attribuite sempre e soltanto alla Lega siano in realtà comuni a tutte le forze politiche presenti in quelle zone. Ricordo infatti che quella mozione è stata sostenuta prima di tutto dai rappresentanti del Partito democratico. Dunque, se una questione settentrionale esiste non riguarda soltanto il partito di Umberto Bossi, ma tutti i cittadini e dunque tutte le forze politiche».

Dopo la pubblicazione della classifica degli Atenei più virtuosi e la conseguente ridistribuzione dei fondi le sue scelte sono state duramente criticate. Ovviamente soprattutto dagli Atenei bocciati.
«L’unico criterio di cui abbiamo tenuto conto è stato quello della qualità sulla base di indicatori internazionali che hanno dato un risultato oggettivo. Anche in questo caso non è vero che il Meridione sia stato penalizzato. Sono state promosse molte università al Sud e molte sono state bocciate al Nord. Le rivendicazioni localistiche non hanno più senso in epoca di globalizzazione. I rettori che oggi si lamentano invece di piangere devono rimboccarsi le maniche e darsi da fare per ottenere risultati migliori».

A settembre la scuola riparte, le novità della riforma sono molte.

Che cosa si aspetta?
«Non mancheranno quelli che faranno opera di terrorismo sulle famiglie. Ma io non intendo farmi condizionare da minoranze rumorose. Mi batterò per riportare la scuola italiana a livelli qualitativi competitivi in Europa e nel mondo».

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