Se l'eroe in divisa batte i supereroi in calzamaglia

Ci sono anche uomini dei quali possiamo fidarci American Sniper e la riscoperta della comunità

Se l'eroe in divisa batte i supereroi in calzamaglia

U no ad uno il cecchino di American Sniper li sta facendo fuori tutti. I nemici? Macché: i «supereroi». Infatti giorno dopo giorno, dollaro dopo dollaro, il film diretto da Clint Eastwood sta scalando la classifica dei più visti negli Stati Uniti. Ha già sistemato Captain America , X-Men , Spider Man , i combattenti buoni e cattivi di Transformers . Tutti atterrati. Ora ha nel mirino i Guardiani della Galassia e la ragazza infallibile di Hunger Games . Dopo due mesi esatti di programmazione il film di Clint Eastwood è ormai prossimo alla vetta del 2014 (conta la data di uscita, il traguardo dei 336 milioni è a portata di mano). La notte degli Oscar darà probabilmente la spinta finale. Da quasi vent'anni la fantascienza (e i suoi derivati) domina incontrastata ad Hollywood. Bisogna tornare indietro al 1998 per trovare un'eccezione. Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg fu il film più visto dagli americani in quell'anno. Poi è stato il trionfo dei «supereroi» e dei protagonisti della fantascienza o del fantasy (più o meno adolescenziale) quali Batman, l'Uomo ragno, Avatar, i pirati dei Caraibi, Harry Potter. Insomma, il mondo della fantasia sullo schermo ha soppiantato la realtà.

L'eroismo sembrava faccenda post-umana, e invece l'America ha scoperto, con sollievo, che ci sono ancora eroi in carne e ossa a cui affidare la propria protezione. Eroi in divisa e non in calzamaglia. Gli europei non avrebbero mai potuto fare un film come American Sniper . In Europa la guerra viene rifiutata: l'onore e l'eroismo possono appartenere alla sfera pubblica o privata, ma non militare. Abbiamo eserciti, divise, soldati, anche di eccellenza. Ma facciamo finta che non esistano. In America invece la tradizione militare è sopravvissuta, anche se ammaccata dopo il Vietnam. In quella guerra, raccontata più che altro cinematograficamente, non ci sono stati eroi. Il grande «eroe nero» è stato Kurtz (Marlon Brando in disfacimento) in Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola. American Sniper ha altri progenitori, uno in particolare: Il sergente York , un film di propaganda bellica realizzato nel 1941 da Howard Hawks. Protagonista l'eroe per eccellenza dell'epoca: Gary Cooper. All'inizio lo vediamo in povertà, nel Tennessee, a caccia di animali: mira infallibile. Un fulmine (la potenza di Dio) lo colpisce sconvolgendogli la vita. Catapultato nella mattanza della Prima guerra mondiale, comincia a sparare. Scopre che la guerra è uno schifo ma va combattuta. Con eroismo e con la protezione di Dio. Quindi Clint Eastwood non ha inventato niente. Anche Alvin York era un uomo del Sud come Chris Kyle. I protagonisti dei due film sono esistiti veramente, veramente sono stati degli eroi, celebrati per il loro coraggio. Eastwood ha reso solo più umana, complessa e tremendamente problematica la semplicità del sergente York. American Sniper non celebra il culto della guerra, la forza delle armi, la supremazia americana. Celebra il culto della famiglia, della comunità e della Bibbia. Il padre (Dio padre, la Legge suprema) dice ai figli: nel mondo ci sono pecore, agnelli sacrificali; ci sono lupi, voraci e instancabili predatori; ci sono pastori da guardia. A questo desco non siederanno mai né pecore né predatori, e il fratello che soccorre il fratello in difficoltà avrà sempre il consenso del Padre. Sembra un discorso della fine dell'Ottocento (in realtà è collocato nei primi anni Ottanta del Novecento). Un discorso fuori dal mondo. Ma è il nocciolo duro della «religione civile americana» di cui Clint Eastwood è diventato la massima espressione artistica. Gli ultimi film di Eastwood nell'epoca post-moderna hanno la stessa funzione avuta dai libri di Emerson, Whitman e Thoreau nell'epoca pre-moderna. Indicano una via per non cadere nel nulla. Offrono all'individuo storie moralmente esemplari. Suggeriscono che si può rinascere, che c'è sempre una via alternativa alla decadenza. Il fuciliere di American Sniper non si separa mai dalla Bibbia. Non la legge né l'ostenta. Ma lì sa di trovare l'orizzonte morale dell'umanità: aiuta i deboli contro i forti e, per necessità, combatti. È più la logica del Vecchio che non del Nuovo Testamento. È la Bibbia del protestantesimo, non del cattolicesimo. Ma è la Legge della Nazione, la base etica della democrazia di Dio. Se Il sergente York cadeva nella retorica (anche religiosa), American Sniper nemmeno la sfiora. L'eroe scampato alla furia della guerra muore in terra di pace per mano di un americano che stava aiutando. Una grande storica americana, Gertrude Himmelfarb, ha spiegato come America ed Europa siano entrate nella modernità attraverso l'illuminismo.

L'Europa ha rimpiazzato Dio con l'uomo. L'America, pur secolarizzandosi, non ha commesso questo errore. All'inizio del XXI secolo la cultura europea produce i romanzi di Michel Houellebecq, quella americana i film di Clint Eastwood.

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