«Io sono un ardentissimo novizio della scienza occulta». Così scriveva Gabriele d'Annunzio nel 1887, in un articolo, «La Santa Cabbala», apparso su La Tribuna. Il Vate non era affatto estraneo a veggenti, spiritisti, esoteristi, come il suo amico Robert Montesquiou: per sua cugina, la contessa Greffuhle, aveva anche fatto arrivare a Parigi dall'Italia Eusapia Palladino, la medium più celebre della storia; dopo più di un'ora, mentre il duca di Guiche, unico scettico del conciliabolo misterico, stava abbandonando la stanza avvolto dalla sua trionfale diffidenza, un enorme tagliacarte ricavato da una zampa d'elefante aveva, però, spiccato il volo.
Di tutte queste cose - misteriose, oscure, fascinose - si occupa il libro di Paola Giovetti, Celebrità e misteri (Edizioni Mediterranee, pagg. 218, euro 18,50), che presenta ritratti, episodi e personaggi gustosi: come Henri Bergson, John Ruskin, Arthur Conan Doyle, Carl Gustav Jung, Marie Curie, Cesare Lombroso, che amavano sedersi attorno a un tavolino a tre gambe illuminati dalle luci soffuse dell'abat-jour di un palazzo londinese, sede della Society for Physical Research - dove physical è da intendersi più come «metapsichico» che «psichico». O come Madame Blavatsky, fondatrice della Società teosofica la quale, travestita da uomo caracollava accanto a Garibaldi a Mentana per lottare contro la detestata «superstizione papista». Autrice di Iside svelata, la Blavatsky, osteggiata in Europa, si era trasferita in India per proseguire la sua sintesi tra le filosofie orientali e lo spiritualismo occidentale. O Joséphin Péladan, massone eretico che praticava lo spiritismo e si faceva chiamare Sàr come iniziato a un ordine orientale segreto.
O William Butler Yeats, frequentatore di medium, membro del Ghost Club, autore di A vision - definito «da manicomio» perfino da Ezra Pound -, scomunicato dalla Società Teosofica dalla Blavatsky in persona e iniziato all'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata, che mescolava qabbalah e mitologia celtica, ermetismo e cerimonie massoniche, tarocchi e magia del Rinascimento. O Aleister Crowley, il più famoso mago del Novecento, che il 19 aprile 1900 si era presentato mascherato da Osiride al 36 di Blythe Road, Londra.
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