Non vuol perdere altro tempo. Forse ha già dimenticato le cattiverie di mezzo mondo sul suo essere: maschio? Femmina? mezzo e mezzo? «Posso partecipare a competizioni femminili. Con il mio allenatore e il mio agente, ho deciso che tornerò a gareggiare nel meeting di Saragozza in programma il 24 giugno». Caster Semenya si appresta a tornare in pista. La 19enne mezzofondista sudafricana, campionessa del mondo negli 800 metri, sta per riprendere l'attività dopo un lungo stop. Caster non corre dalla finale iridata disputata a Berlino nell'agosto 2009. Quella sera trovò l'apice la controversa vicenda relativa alla sua identità sessuale. La Semenya sarebbe affetta da una forma di ermafroditismo, ma i risultati dei test effettuati non sono stati resi noti in forma ufficiale.
«Penso che la decisione di impedirmi di gareggiare la scorsa settimana a Stellenbosch sia stata scorretta ed errata. Ho preso in considerazione la richiesta della Federatletica sudafricana (Asa, ndr), secondo cui dovrei aspettare le conclusioni dei procedimenti della federazione internazionale (Iaaf, ndr), attese per l'inizio di giugno, prima di tornare a competere», dice la Semenya. L'atleta ha apprezzato la posizione di garante che l'Asa ha assunto. La federazione, dice la Semenya, «si assicurerà che la Iaaf porti a termine i procedimenti per l'inizio di giugno». «Mi fido, la federazione si comporterà in modo dignitoso e terrà fede alla propria parola.
«Sono fiduciosa», ribadisce. «In base alle indicazioni mediche e legali, sono fermamente convinta che non esistano elementi tali da impedirmi di partecipare alle competizioni femminili di atletica leggera».
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