Finali deludenti e flop: le serie tv che hanno fatto più discutere nel 2022

Tra le tante serie tv del 2022, alcune sono state apprezzate ma altre invece sono state pesantemente criticate. Ecco la nostra personalissima top five

Finali deludenti e flop: le serie tv che hanno fatto più discutere nel 2022

L’anno appena trascorso è stato turbolento, sotto tutti i punti di vista. E il mondo dello spettacolo non è stato di certo a guardare. Anche lui è stato un dedalo di grandi emozioni e di cocenti delusioni. Le serie tv, infatti, sono state onnipresenti in un anno in cui tante cose sono cambiante e loro, specchio di una realtà in continuo movimento, hanno cercato di inseguire questo cambiamento. Alle serie che si sono distinte per qualità e ricercatezza, fanno seguito quelle che hanno fatto discutere sia la stampa che il mondo dei social con accesi dibattiti e commenti al vetriolo. Noi abbiamo raccolto tutte quelle serie "virali" che più di tutte hanno infiammato il web in una (personalissima) top five.

Squid Game

È stata la serie che ha fatto conoscere al grande pubblico la serialità coreana. Arrivata in sordina su Netflix nel corso del 2021, è nel 2022 che il fenomeno chiamato Squid Game è imploso come un bomba. Quel gioco mortale a cui hanno partecipato un gruppo di malcapitati che non ha nulla da perdere è stato il punto di partenza per raccontare l’attuale società e tutta la cultura coreana. Di grande successo proprio perché, per la prima volta, ha presentato qualcosa di nuovo nel panorama televisivo, ha infiammato i social (e diviso il pubblico) per diverse questioni. Come l’emulazione, ad esempio. Oppure come il fatto che Squid Game sia stata apprezzata dai minori di 18 anni ben sapendo che è una serie adatta a un solo pubblico adulto. Ai 9 episodi che compongono la prima stagione, si attende un secondo capitolo che – si spera – possa essere all’altezza delle aspettative.

Bridgerton

Ispirata ai romanzi di Julia Quinn, la serie di Bridgerton è disponibile su Netflix e, ad oggi, è un vero e proprio fenomeno della rete. La seconda stagione che ha visto un cambio di focus e di protagonisti – dopo il duca l’attenzione si sposta sul visconte Anthony – non ha perso il suo appeal. Anzi ha convinto lì dove il primo capitolo aveva fallito. Virale sui social, è stata la serie che ha fatto conoscere il genere del regency al grande pubblico, ma non sono mancate le polemiche. Pur essendo un dramma storico e ambientato in un periodo ben preciso, la serie ha regalato uno sguardo troppo fantasioso e "inclusivo" della nobiltà inglese. Questo, però, non ha impedito a Bridgerton di veleggiare nei consensi. Si attende, infatti, con trepidazione la terza stagione.

She Hulk

Poi arrivano le dolenti note. Il grande puzzle della Marvel, che corre veloce tra cinema e tv, non sempre è riuscito a convincere i suoi fan e lo prova ciò che è successo con She Hulk. Il dramma comico e legale incentrato sulla cugina di Bruce Banner è stato un completo disastro, sia dal punto di vista della storia che degli effetti speciali. Dopo un buon primo episodio, She Hulk ha inanellato un racconto povero di contenti (e politicamente corretto) su una donna con i superpoteri che vive in un mondo di soli uomini. Di poco spessore, è stata aspramente criticata proprio perché poco attinente al mondo Marvel e totalmente fuori contesto. Convince solo per cast in cui brilla una magnifica Tatiana Maslany che torna in tv dopo il successo di Orphan Black.

Inventing Anna

Nata dalla mente di Shonda Rhimes, la serie di Netflix ha cercato di raccontare la storia (vera) di Anna Sorkin. Lei che si è spacciata come ricca ereditiera riuscendo a raggirare tutta l’alta borghesia di New York, è stata una tra i personaggi che più hanno diviso l’opinione pubblica a stelle e strisce. La serie, dal titolo Inventing Anna, anche se ha popolato le classifiche di gradimento, non è stata poi così tanto apprezzata dalla critica. Non solo per la lunghezza extralarge di ogni episodio ma, soprattutto, perché la storia ha cercato di trovare una ragione di fronte alla sconsideratezza di Anna Sorkin, senza però centrare l’obbiettivo. Dopo un buon primo episodio, infatti, la serie è caduta vittima di tutti quei classici clichè tipici di un dramma al femminile. Per fortuna non è prevista una seconda stagione dato che Inventing Anna è stata costruita come una miniserie autoconclusiva.

Gli anelli del potere

Il colosso di Amazon Prime Video ha creduto fin dall’inizio sul successo della serie prequel alla saga de Il signore degli Anelli. Di fatto è stato un buon successo di pubblico ma le critiche non sono tardate ad arrivare e sono state anche piuttosto feroci.

Anche se fin da ora si sta già pensando a una seconda stagione, complice un finale poco risolutivo, in molti si aspettavano qualcosa di più da una serie che avrebbe dovuto "cambiare" il modo di raccontare il dramma epico nel piccolo schermo, invece non ha fatto nulla di tutto questo. Anzi, si è rivelato un prodotto di poco spessore e a tratti fanciullesco che non ha permesso alla serie di compiere il salto. Dopo tre anni e più di lavorazione, a dire il vero, ci si aspettava qualcosa di più.

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