Serie tv, panico da rinnovi e cancellazioni. Quali sono quelle a rischio?

Sguardo alla prossima stagione televisiva americana che parte con tante incertezze. All'orizzonte c'è poca qualità e la scure dello sciopero degli sceneggiatori

Serie tv, panico da rinnovi e cancellazioni. Quali sono quelle a rischio?

Sono giorni febbrili per il mondo delle serie tv a stelle e strisce. Come da consuetudine, il mese di maggio è il periodo in cui i network generalisti – quelli non a pagamento – cominciano sia tirare le somme della stagione televisiva appena conclusa che a pensare a cosa mandare in onda dal prossimo mese di settembre. E per i "serial addicted" non è di certo un periodo facile dato che, tra rinnovi e cancellazioni, si decide il destino di tanti show televisivi: quelli di successo, quelli che non hanno trovato larghi consensi e quelli che sono diventati sui social dei veri e propri fenomeni. Rispetto al contesto italiano, da sempre le serie tv americane in onda sui "big five", ovvero Fox, ABC, NBC, CBS e The Cw, si progetta una programmazione che possa coprire da settembre fino a maggio, distinguendo tra serie tv lunghe e corte, ovvero quelle che interessano tutta la stagione e quelle che iniziano a gennaio o in primavera. E, la maggior parte di queste sono produzioni dedicate a un pubblico meno esigente, poco attivo e che è in cerca di una narrazione confortante, poco impegnativa.

Fino a qualche anno e prima ancora dell’avvento dello streaming legale, gli upfronts – così si chiama il giorno in cui i network americani presentano il nuovo palinsesto – erano dei veri e propri eventi televisivi. Oggi tutto si è ridimenzionato, proprio perché è cambiato il mondo delle serie e, di conseguenza, anche il modo di fruizione di un programma televisivo. Anche quest’anno ci sono state le solite dosi di rinnovi eccellenti e di cancellazioni (in)giuste, ma la legge del mercato parla chiaro: senza ascolti e senza guadagni dagli introiti pubblicitari non c’è speranza che una serie tv possa avere una seconda possibilità. Per la stagione che verrà, inoltre, c’è anche lo spettro dello sciopero degli sceneggiatori che, inevitabilmente, riflette su quello che arriverà in tv. Dunque, cosa succederà nella stagione 2023/2024?

C’è chi viene e c’è chi va

Dicevamo, con lo scorrere del tempo e con lo stravolgimento delle abitudini "seriali" del pubblico medio, anche la tv generalista ha cambiato il suo modo di approcciarsi senza perdere, però, la sua identità. A un forte calo degli indici di ascolto, si contrappone uno sguardo al pubblico che segue i programmi in differita o lì dove il singolo show è disponibile in streaming. Questo nuovo assetto ha permesso a diversi programmi di sopravvivere alla cancellazione. Facendo un rapido sguardo alle produzioni più altisonanti: la Fox rinnova 911: Lone Star e cancella 911 che passa su ABC (fatto unico e raro); la NBC conferma tutte e tre le serie del franchise di Chicago Fire, di Law & Order, il remake di Quantum Leap, cancella Origanized Crime (legato appunto al franchise di Dick Wolf) e conferma La Brea per una stagione tre di pochi episodi; su ABC c’è una vera mattanza, dato che Alaska Daily, Big Sky (ora su Disney+) e The Company You Keep con Milo Ventimiglia sono state cancellate, mentre c’è fiducia a Grey’s Anatomy e Station 19; la CBS è nel segno della tradizione e rinnova Blue Bloods per una stagione 14, Young Sheldon, il franchise di FBI, le due serie rimaste di NCIS e il "nuovo" CSI. Scatta poi la cancellazione per East New York (in arrivo su Rai 4) e per Swat (per una settima e ultima stagione); piazza pulita per The Cw che cancella Walker: Indipendence, The Winchester (prequel a Supernatural) e chiude tutte le serie sui super-eroi; torna Walker per una stagione 4 e si attende il destino finale di The Americans.

Sguardo alle nuove serie tv più attese

Quanto a quello che vedremo nella prossima stagione ci sarebbe poco da dire. Le reti generaliste non hanno di certo esplorato nuovi orizzonti. Anzi, sia dal punto dei drama che delle commedie, sono poche le novità di spicco da segnalare. Segno che l’epoca della tv generalista e gratuita non è affatto in buono stato. Ad esempio, il prossimo autunno su NBC parte Found, un procedurale sulle persone scomparse, in particolare si interessa sulle oltre 600 mila persone di colore che ogni anno scompaiono negli Stati Uniti e vengono dimenticate, e c’è The Irrational in cui un esperto di studi comportamentali aiuta a risolvere alcuni casi che coinvolgono il governo, le grandi aziende e chiunque abbia bisogno di un esperto nello studio del comportamento umano. Sulla CBS sono in tutto tre le serie ordinate. Due drammi e una comedy. Si punta al remake moderno di Matlock e al secondo spin-off di The Good Wife dal titolo Elsbeth, avvocata astuta e poco convenzionale.

Niente più serie per ragazzi

Il caso più eclatante riguarda il network della The Cw. Da sempre faro per i più giovani di una serialità fatta di storie a lungo termine e di ampio raggio, con la nuova direzione si è vista cancellare molti dei suoi prodotti più originali. In vita della "vecchia guardia" c’è ben poco. È finito The Flash e quindi tramonta l’era dei super-eroi, da gennaio va in onda l’ultima stagione di Riverdale e poi niente più. Delle serie nuove nessuna è riuscita a salvarsi e per la prossima stagione invece di produrre qualcosa di originale, il network ha acquistato serie da altri paesi da posizionare nel palinsesto. Alcune sono inglesi, altre canadesi. Solo per contenere i costi e cercare di stare a galla, ma per il canale non c’è un bel futuro.

Quale sarà il futuro della serialità?

Dopo questo lungo excursus si nota molto chiaramente che c’è un po' di confusione nel mercato televisivo del prossimo anno. Non solo hanno influito le piattaforme streaming ma, di fatto, anche i due anni di pandemia (e la crisi che ne è conseguita) sono stati le micce che, in un certo qual modo, hanno messo in moto il cambiamento. Un cambiamento che ha snaturato un po' il concetto stesso di serie tv. Ora si pensa poco alla qualità e solo al mero guadagno economico e di consensi. Infatti, la programmazione ha in serbo poche novità convincenti, decidendo di puntare sulle serie storiche – come Grey’s Anatomy – che sul ritorno in chiave moderna di vecchi cult del passato. Ne consegue un impoverimento delle novità e, in un mercato così saturo, quelle più interessanti o migrano sui canali satellitari o su quelli a pagamento che, nonostante le difficoltà, stanno vivendo una nuova era.

La grande incognita dello sciopero degli sceneggiatori

A questo momento così difficile e complesso si aggiunge anche uno sciopero che ha colpito tutta la filiera degli sceneggiatori che scendono in piazza chiedendo più garanzie e più dignità sul lavoro. Come è avvenuto nel 2007, anno in cui ci fu uno sciopero simile, oggi sono tante le serie tv a rischio.

Quelle già ordinate per l’autunno sono entrare in produzione prima che gli sceneggiatori incrociassero le braccia, altre o avranno numero limitato di episodi oppure non arriveranno in onda fino a quando non sarà preso un accordo. E con questa grande incognita, nessuna serie tv può essere al sicuro.

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