"Lo show più gay di sempre". Star Wars ostaggio della religione woke

Ancora una volta l’inclusività forzata regna sovrana, con la Disney più attenta al mondo Lgbt e alle minoranze che allo spettacolo

"Lo show più gay di sempre". Star Wars ostaggio della religione woke
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Le impressionanti perdite economiche e le brutali stroncature di critica e pubblico non sembrano interessare al mondo Disney. La religione woke regna sovrana, con un’inclusività esasperata a dir poco controproducente. L’ultimo caso riguarda l’amata saga di Star Wars, per la precisione la serie “The Acolyte”, disponibile sulla piattaforma Disney + da pochi giorni. La queerness è diventata parte del mondo di Guerre stellari, ma qui ci troviamo di fronte a un salto di qualità.

In un’intervista ai microfoni di The Wrap, la protagonista Amandla Stenberg e la creatrice della serie Leslye Headland hanno spiegato perché la loro serie potrebbe essere lo show di Star Wars “più gay di sempre”. “The Acolyte” è il prodotto più incentrato sul tema Lgbt della storia del colosso dell’intrattenimento, senza dimenticare l’attenzione riservata alle minoranze, in particolare a quella asiatica.“Penso che Star Wars sia già così gay. Voglio dire, avete visto i “fits”? Ci diremmo ‘Guarda quanto è gay’ e ci manderemmo foto di riferimento”, ha evidenziato l’interprete – persona dichiaratamente bisessuale e non binaria – ponendo l’accento sul grande lavoro svolto per accontentare le pretese arcobaleno.

Ma non è tutto. Nel corso dell’intervista con il portale, la creatrice Leslye Headland – dichiaratamente lesbica – ha chiesto ironicamente se qualcuno potesse seriamente affermare che C-3PO è etero, sottolineando che R2-D2 potrebbe essere lesbica. Ed eccoci allo show di Star Wars più gay di sempre, un’etichetta appiccicata già da diverso tempo. Un anno fa, nel corso della Star Wars Celebration, la Headland affermò che “The Acolyte” sarebbe stato codificato come queer.

“The Acolyte” conferma la tendenza di pensare più ad accontentare mondo Lgbt e minoranze che al contenuto, un tempo punto di forza di tutti i prodotti Disney. In riferimento a Star Wars, non sono venute meno le polemiche anche sul film in uscita nel 2026.

La regista, Sharmeen Obaid-Chinoy, ha promesso un’opera radicale e molti temono il peggio, ossia una versione femminista frutto di mero estremismo. Parliamo sì di una cineasta due volte Premio Oscar, ma anche nota per aver affermato di amare “mettere gli uomini a disagio”. Ideologia allo stato puro. E a rimetterci è solo l’arte.

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