L'importanza di lottare per i propri sogni: finale con il botto per La fantastica signora Maisel

Cala il sipario su una tra le serie tv più celebri di Amazon Prime Video. Da ora in poi l'universo seriale americano non sarà più lo stesso

L'importanza di lottare per i propri sogni: finale con il botto per La fantastica signora Maisel

Le cose belle finiscono e, in questo caso, anche troppo presto. Il 26 maggio arriva in streaming su Amazon Prime Video l’ultimo episodio de La fantastica signora Maisel, serie tv che unisce il dramma storico alla comedia, che più di tutte è stata capace di segnare il (nuovo) corso del mercato televisivo di oggi. Il nono episodio che arriva in streaming nella giornata di venerdì scrive la parola fine su quelle che sono state le vicende di un personaggio femminile unico nel suo genere, e che ha cercato di far sentire la sua voce in un mondo popolato dal "men power". Scritta e diretta dalle menti di Una mamma per amica, ciò che ha reso tale La fantastica signora Maisel è stato il suo essere una serie ibrida: un po' drammatica un po' commedia. Soprattutto, la sua capacità di saper raccontare l’America di ieri senza dimenticare di riflettere sulla società di oggi. Una serie vincente, sotto ogni punto di vista. È stata baciata sia da un largo consenso del pubblico ma anche la critica ha tessuto le sue lodi, tanto da vincere nel 2018 anche un Emmy nella categoria di Migliore serie commedia o musicale.

Nell’arco di queste cinque stagioni - che sono arrivate in streaming a debita distanza l’una dall’altra, senza affrettare i tempi - abbiamo avuto modo di conoscere tutti gli aspetti di una donna che ha vissuto un passo avanti a tutti. La signora Maisel è stata una moglie, una madre, ma più di tutti, è stata una sognatrice, capace di seguire i suoi obbiettivi fino in fondo, arrivando persino a perdere se stessa. Non solo. Lo show ha aperto anche una finestra sull’american way of life, mostrando tutto il bello e il lato oscuro di una nazione in pieno boom economico. Ora la serie chiude i battenti - purtroppo - ma la carissima Midge è già entrata nel mito perché, dopo di lei, niente in tv sarà più lo stesso.

La comicità come stile di vita

Ogni stagione si è focalizzata su un aspetto diverso della vita di Midge Maisel, come se fosse un puzzle di un progetto molto più grande. Però, tutte le svolte, le vittorie e le sconfitte non hanno mai portato a uno stravolgimento sostanziale della vicenda. Per quanto Midge fosse determinata a raggiungere il suo scopo è sempre stata costretta a scendere a patti con se stessa pur di restare a galla, ma con l’annuncio della stagione finale doveva accadere qualcosa. E così è stato. Fin dal primo episodio, infatti, il pubblico ha notato un vero e proprio punto di rottura con il passato. A quello schema narrativo già rodato si è aggiunto qualcos’altro che ha dato nuova linfa allo show. Proprio dalla season premier siamo già a conoscenza di quello che accadrà a Midge nel futuro. Sì, alla fine, per pura fortuna, la donna riuscirà a diventare una comica e, per di più, diventerà anche uno tra i personaggi più iconici della sua epoca, vincendo su tutte le difficoltà. Ma il successo tanto atteso porta con sé molto altro. Non solo a una vita privata costellata di amori finiti male ma anche alla fine di una grande amicizia – con Susie – che per Midge è sempre stata fonte di forza e determinatezza. Una storia che si spinge avanti e indietro nel tempo e che evidenzia quanto sia difficile vivere sotto le luci della ribalta.

Una serie dal finale già scritto, ma…

La scelta di "anticipare" lo scioglimento del nodo narrativo è stata atipica, non c’è che dire. Il pubblico si è trovato spiazzato – almeno all’inizio – ma è come se avesse tirato un sospiro di sollievo per quello che è accaduto a Midge, dato che la sua crociata nel mondo della comicità pareva un’impresa impossibile da vincere. Una scelta fuori dagli schemi, proprio come la serie stessa. L’ultima stagione (come tutte le altre) funziona proprio per questo motivo: scioglie la maggior parte dei punti "oscuri" della storia con rapidità, facendo intuire che per La fantastica signora Maisel era del tutto scontato raggiungere il successo. La vera sfida non era imporsi in un mondo di soli uomini, ma era quella di restare a galla e di impedire che la sua vita privata non venisse contagiata dalla fama e dai soldi. Da sempre, lo show ha cercato di raccontare le insidie dell’essere comico, di quanto sia difficile far ridere in America per una donna in un momento di grandi cambiamenti ma, successivamente, la storia ha voluto esplorare anche un altro punto di vista e, di fatto, l’idea è stata vincente.

Lì dove esiste (ancora) il sogno americano

Nonostante questi cambiamenti, La fantastica signora Maisel non ha perso i suoi punti forti. Da sempre, oltre al ritratto di una donna molto anti-convenzionale, la serie ha spostato l’attenzione sulla società americana degli anni ’50 che appare così fulgida e luminosa, ricostruita nel migliore dei modi, e rappresentata con i suoi pro e contro. Con lo spettro di una guerra ormai dimenticato, con il boom economico in pieno svolgimento e con la voglia di guardare al futuro, il pubblico viene (letteralmente) rapito da una fotografia di un’America così piena di vita, in cui i sogni e i desideri sono ancora realizzabili, mettendo al centro dell’attenzione l’importanza di quell’american way of life che, per più di un ventennio, ha stigmatizzato il fascino di una nazione che è stata capace di imporsi nel mondo come un “fenomeno” culturale e un faro per le nuove generazioni.

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All’inzio nessuno credeva nel successo di Mrs. Maisel

Oggi lo show è annoverato tra i più grandi successi per il colosso di Amazon Prime Video, ma in pochi avevano creduto nella sua riuscita. Descritta come una serie "troppo fuori target" per il pubblico che si approcciava ai contenuti di Prime Video, in poco tempo ha conquistato comunque un consenso dopo l’altro. La fantastica Signora Maisel è stata una delle prime serie di Amazon che sono arrivate in rete. Dapprima fu girato solo il pilot, nell’estate del 2017, e fu condiviso con gli abbonati, e alla luce di un buon consenso, la serie è stata ufficialmente ordinata. Fa parte di una sorta di golden age in cui, in quel periodo, hanno brillato prodotti come Mozart in the Jungle, Transparent e l’Uomo dell’alto castello.

Una fine che è anche un nuovo inizio

Dire addio al personaggio di Midge e tutte le persone che hanno condiviso con lei il percorso fino a questo momento non è facile. Eppure, scrivere l’atto finale per una serie di questa portata arriva, forse, nel momento più opportuno. Meglio chiudere nel momento di massimo splendore e non quando la storia ha esaurito tutto il suo potenziale. La fine, però, non è mai qualcosa di brutto. Anzi, in questo contesto deve essere vista come qualcosa di positivo. Come se fosse una sorta di nuovo inizio.

Sì, perché lo show ha insegnato tanto al mondo delle serie tv e, soprattutto, ha avuto l’ardire di spiegare quanto sia difficile il mestiere del comico senza mai sfiorare il politicamente corretto. E ha avuto anche il coraggio di scrivere di una donna forte, determinata che si muove in un contesto poco consono senza mai sfiorare il tema del femminismo. Grazie a lei c’è solo da imparare.

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