nostro inviato a Parigi
E anche a Parigi, in pieno 14 luglio, piomba su Berlusconi la spina della giustizia. Larresto di Ottaviano Del Turco, comunicatogli dopo il faccia a faccia con Olmert, lo convince una volta di più che «serve una riforma radicale della giustizia».
Non sazzarda a difendere o ad accusare il governatore dAbruzzo. Dice però che la faccenda gli suona «strana», quasi una nuova puntata da «teorema accusatorio» vista la «retata» che ha coinvolto quasi lintero governo regionale. E il fatto che larrestato principe sia parte del Pd e cioè di chi gli si contrappone non lo fa tentennare di un passo: «Anche se ad esser colpita è la sinistra - dice - per me è lo stesso...». Anche perché - prosegue - «per me non ha nessuna importanza che colpisca questo o questaltro, ma molto, fin troppo spesso i teoremi accusatori sono teoremi che poi alla fine non vengono confermati». Cita a questo punto lassoluzione ottenuta proprio poche ore prima dal tribunale di Olbia rispetto ad una accusa di «danno ambientale» (comunicatagli proprio mentre era alla colazione allhotel de Marigny con Sarkozy e gli altri capi di Stato). Il giudice ha infatti stabilito il non luogo a procedere per lamministratore di Idra immobiliare spa, la società proprietaria di Villa Certosa (il buen retiro di Berlusconi a Porto Rotondo), accusata appunto di abusi edilizi e violazioni ambientali.
Una vicenda giudiziaria cominciata quattro anni fa. «Vi ricordate - ha detto Berlusconi ai cronisti presenti - i miei presunti reati ambientali in Sardegna? Mi è appena arrivata una telefonata dellavvocato che mi ha detto che sono stato assolto perché il fatto non sussiste».
Ma Berlusconi ha fatto presente come anche in Spagna tutte le accuse ai suoi uomini che lavorano a Telecinco (la prima tv spagnola per audience e raccolta pubblicitaria controllata per il 50,1% da Mediaset) siano state rigettate dalla Corte Suprema. Ma ancora troppo spesso, incalza il presidente del Consiglio, nel nostro Paese si insiste «con teoremi che poi alla fine non vengono confermati». E dunque per il premier è lora di rimetter mano proprio al tema caldo della giustizia. Anzi, come dice, «di riformare ab imis il sistema giudiziario italiano». A chi chiedeva se si riferisse alla necessità di separare le carriere dei giudici, il presidente del Consiglio ha risposto: «Credo che si debba fare di più, molto di più...».
E torna anche il Cavaliere - prima di riprendere il volo per Roma - sulla sua ipotesi di un vertice a breve tra produttori e consumatori di petrolio, capace di trovare un minimo comun denominatore sul prezzo del greggio. La sua idea è quella di bloccare gli speculatori, del cui intervento si dice certo: «Una speculazione che si estende dal petrolio alle derrate alimentari. E quando oltrepassa una certa quota fisiologica tutti coloro che acquistano ora per vendere e consegnare dopo un X tempo, hanno tutti i vantaggi possibili per far crescere il prezzo. E quindi più aumentano le quotazioni dei futures, più ci sono probabilità che i prezzi aumentino. Un fenomeno che da un lato - rileva ancora - devessere contrastato, come dice il ministro Tremonti, dallaltro affrontato con un accordo coi Paesi produttori».
Robin tax, dunque? «Certo. Si deve procedere. Cè stata come al solito parecchia disinformazione», ha aggiunto Berlusconi. Per il quale cè stato solo «un bisogno di miglioramento, di perfezionamento di unimposta che è già stata storicamente attuata e ha dato buoni frutti: si chiamava tassa sugli utili fuori norma».
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