Sgarbi: "Caro paolo, ti chiedo scusa ma sei serio come Beethoven"

«Mi è dispiaciuto. Anzi, glielo dico ufficialmente: non querelo Guzzanti anche se mi ha dato del cialtrone e mi scuso con lui».
Professor Sgarbi, avete esagerato, eh?
«Il fatto è che io mi sono attenuto alla leggerezza degli interventi, lui si è messo a fare il Catone. Ha sbagliato partitura: io ero Rossini, lui sembrava Beethoven».
Ve le siete suonate, insomma.
«Il bello è che gli davo anche ragione. Condividevo quel che lui ha detto ben prima di Veronica, cioè che nel centrodestra si preferiscono belle ragazze a gente preparata come lui. O come me. La battaglia contro la debolezza della classe dirigente è roba sua, eh!».
Infatti per lei la rottura con Berlusconi è dovuta a questo...
«No, dicevo che tra le cause dello scontro con i forzisti c’era anche questa sua denuncia, in occasione della lite tra sua figlia e la Carfagna. Invece Guzzanti lo ha negato e mi dava del bugiardo».
Non ci ha visto più?
«Massì, perché io capisco che Paolo sia arrabbiato e geloso della Carfagna. Ma lo dica chiaro. Certo, è un sentimento umano, legittimo ma egoista. Così lui ha voluto darsi una nobiltà ideale con la storia di Putin. Fa ridere i polli».
Però in effetti Putin è stato causa del contendere tra i due...
«E chi lo nega? Ma Putin sta lì da anni, mica si è svegliato sanguinario ieri mattina».
Ma lui e il Cavaliere non si conoscono da 20 anni come dice lei...
«Massì, era una battuta. Però di sicuro quando è stato eletto nel Pdl erano già amici. Gliene faccio un’altra, di battuta: Guzzanti è moralmente come Veronica, indignato per il velinismo in politica; ma nei comportamenti è come Silvio, cioè ha avuto figli da due mogli».
Troppo serio, l’onorevole?
«Come Rondolino, che vede turpitudini ovunque. Io non riesco ad avercela con Berlusconi anche se non mi vuole più. Gli sono amico, mi diverte. Meglio che Noemi frequenti lui piuttosto di un coetaneo drogato e camorrista».
Lei si diverte, altri no...
«Berlusconi è un fenomeno di costume, che senso ha drammatizzare? È un po’ Sordi, un po’ Tognazzi e un po’ Celi: dà di gomito, mi chiede resoconti sulle mie avventure erotiche. È alla mano, estroso. È il genio di “Amici miei”, dello scherzo con la cacca del bambino: fantasia, intuizione, decisione e rapidità di esecuzione».


Sostiene Guzzanti: deve proprio?
«È fatto così. Ce li vede lei Ciampi e Prodi con le donne? No. Primo perché le donne non ci starebbero. Secondo perché il loro film sarebbe tipo “Il Golgota e la sfiga”. Sa cosa le dico? Prodi è il marito perfetto per Veronica».

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