Si rinnova il MiTo della musica a Milano e Torino

Sono già in vendita i biglietti per il festival delle note di ogni genere, dalla classica al jazz, che i due capoluoghi, quello lombardo e quello piemontese, organizzeranno per il quarto anno consecutivo dal 3 al 24 settembre. Metà concerti gratis, gli altri a prezzi popolari

Per una trentina di anni, a partire dal 1978, è stato il «SettembreMusica» della sola Torino, dal 2007 è «MITO», il Festival internazionale della musica di Torino e Milano, sito (tutto nuovo) mitosettembremusica.it, biglietti in vendita on line da giovedì (e nella città di Milano pure all'Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele, 02.88464725), primo concerto milanese venerdì 3 settembre alla Scala, con l'Orchestra del Gewandhaus di Lipsia diretta da Riccardo Chailly (al pianoforte Kit Armstrong), ultimo il 23 al Dal Verme con l'Orquesta de la Comunidad de Madrid, direttore José Ramón Encinar. Torino apre invece il giorno 4 per concludersi il 24 e «grazie all'alta velocità - ha rimarcato Francesco Micheli - sarà possibile seguire i vari momenti con una frequenza impensabile in passato».
Non si tratterà solo di sfruttare il nuovo collegamento ferroviario secondo l'orario in vigore a fine estate, ma di una navetta che gli organizzatori metteranno a disposizione del pubblico perché chi vive nel capoluogo piemontese possa seguire in tempi umani un momento meneghino e viceversa. Questa coesione di intenti tra le varie amministrazioni coinvolte, sia regionali che comunali, ha portato l'assessore alla cultura di Milano, Massimiliano Finazzer, a sperare in una conferenza stampa, in aggiunta alle due canoniche, sul confine tra Lombardia e Piemonte, chissà dove però, se sulle sponde del Ticino, in autostrada o statale, magari la linea stessa dell'alta velocità.
Andando al sodo: l'edizione 2010 vuole dire 206 concerti (103 più 103) su un totale di 261 appuntamenti (116 a ingresso gratuito, 70 a Milano e 46 a Torino, 145 a pagamento, prezzi popolari però), spalmati su 21 giorni e sparsi in 240 sedi, dai teatri più nobili agli angoli più nascosti delle periferie. Tutto questo grazie a un budget che a Milano è di 4 milioni e 750mila euro (50mila in meno a Torino), dei quali 2.750.000 garantiti dal Comune di Milano come ha ricordato il sindaco Letizia Moratti: «Le difficoltà create agli organi locali dalla finanziaria sono noti, si soffre per i tagli economici, ma Milano non intende sacrificare la cultura». Le ha fatto eco l'assessore regionale Massimo Buscemi che ha ribadito il pieno sostegno a MITO, cosa che ha rallegrato il presidente Micheli: «Il festival deve potere vivere, chi pensa possa sopravvivere sbaglia. Piuttosto che sopravvivere meglio chiudere, sarebbe come pensare che un grande ristorante possa rimanere tale senza prodotti di qualità e un cuoco provetto». Un paio di cifre, aiutano a capire la dieta ferrea a cui il budget è stato sottoposto nel tempo visto che nel 2008 era, per Milano, di 6 milioni di euro e lo scorso anno di 5 e mezzo e ora ben sotto i 5. Oltre si muore.
Non solo musica classica e alta, come sottolineato da tutti, in particolare dal direttore artistico Enzo Restagno, ma anche musica contemporanea, world music; jazz, rock, pop e canzone d'autore; musica di avanguardia, crossover, performance, prime assolute fino a concerti-spettacolo per bambini e ragazzi... MITO 2010 vuole dire Schumann e Chopin con un doppio appuntamento per Maurizio Pollini; l'Orchestra di Lipsia e l'Orchestre de Paris, la Philharmonia Orchestra e la San Francisco Symphony fino alla Sinfonica Giuseppe Verdi, la Scala e all'Orquesta de Madrid; i ritratti dei compositori contemporanei tedeschi Helmut Lachenmann e Wolfgang Rihm; Cajkovskij al Palasharp e i pianisti Chick Corea e Stefano Bollani allo Smeraldo; il programma di musica sacra, antica e barocca, chiamato Barock & Roll, in diverse chiese milanesi; la riscoperta, circa 5 secoli dopo, del fiammingo Josquin Des Près, con le sue note eseguite tra l'Abbazia di Chiaravalle, Sant'Ambrogio e Duomo. E ancora un ricco programmo epr i più giovani, come la notte bianca al centro culturale Rosetum all'interno del contenitore chiamato MITOFringe. Infine il Focus Turchia, chiamato «Mamma li Turchi...

finalmente!» seguendo tradizioni, attualità e cinema di un Paese cerniera tra Europa e Oriente, momenti come nella chiesa di Sant'Alessandro due cori che ricordano le due anime della città, quello dei müezzin e quello bizantino, i cui tempi saranno dettati dal flauto di Kudsi Erguner. E sabato 11 le musiche marziali dei Giannizzeri, la parata in pieno centro della fanfara dell'esercito turco. «Non sono momenti messi lì per caso», assicura Restagno.

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