Si vota: Rai3 spegne le Telecamere a Berlusconi

Marianna Bartoccelli

da Roma

Elezioni continue e nuove polemiche sulla par condicio e sul diritto di andare in tv di Silvio Berlusconi. Mentre tra ballottaggi e primi turni - da Treviso a Trapani - vanno alle urne quasi 2 milioni di elettori, si scatena la polemica sull’intervista a Berlusconi mandata in onda ieri mattina, nel corso del programma Telecamere di Anna La Rosa. Un’intervista a tutto campo, dove si accenna anche alle elezioni amministrative in corso.
Secondo un gruppo di parlamentari dell'Unione, l'intervista vìola la par condicio e il silenzio elettorale. Una denuncia viene subito mandata al Cda della Rai. «Sarebbe il caso - è la protesta di Dorina Bianchi (Margherita), Nuccio Iovene (Ds), Loredana De Petris (Verdi) e Peppino Di Lello (Rifondazione Comunista)- che il consiglio di amministrazione della Rai e i dirigenti dell'azienda visionassero la cassetta con la lunga l'intervista nella quale Berlusconi parla e straparla di tutto, in particolare delle elezioni amministrative», concludono i parlamentari, chiedendo che la trasmissione non vada in replica la sera stessa. Giuseppe Giulietti, deputato dell’Unione, invoca un programma riparatorio per il centrosinistra. Richiesta accolta dai vertici Rai, preoccupati probabilmente da possibili multe a cui - secondo fonti interne di Viale Mazzini - potrebbero essere esposti. E così il programma-replica non viene più trasmesso a mezzanotte su Rai Tre e si apre all’interno del Tg3 una finestra «riparatoria» per la par condicio con il centrosinistra.
Immediata la reazione della Cdl: «La decisione di Rai Tre di togliere la parola a Berlusconi è gravissima. È una prova di arroganza e di regime mediatico nei confronti del capo dell'opposizione e di più della metà del Paese che lo ha votato» - affermano Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, e Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore nazionale di Forza Italia. Mentre Guido Crosetto di Fi sottolinea: «La decisione è sorprendente, anche perché domenica scorsa su Telecamere è andata in onda un'intervista ad Antonio Di Pietro mentre erano in corso le elezioni a Novara. Per la Rai dunque tutta la differenza sta in Berlusconi e non in queste elezioni a macchia di leopardo». Proprio per far fronte a episodi di questo tipo Giorgio Lainati di Fi ricorda il ruolo del Parlamento: «È urgente e indispensabile ricostituire subito la commissione di vigilanza sulla Rai». E annuncia il ricorso alla commissione europea. Interviene con durezza anche Antonio Leone, vicepresidente del gruppo azzurro alla Camera dei deputati: «Con questa censura, la Rai commette l'ennesima prepotenza ai danni dell'opposizione e del suo leader. È una vergogna! Denunciamo questa svolta antidemocratica della Rai contro il leader dell'opposizione e contro i milioni di italiani che lo hanno votato». Parla di «violenza mediatica» Renato Schifani, capogruppo al Senato di Fi: «C'è da vergognarsi agli occhi dell’Europa. La violenza mediatica di cui è stato oggetto il presidente Berlusconi è veramente ingiustificabile. La soppressione della replica di Telecamere dimostra a tutti come e quanto la Rai sia intimidita dalla maggioranza e quindi nelle mani di chi esercita il potere fintamente detto democratico. Questa Italia di Prodi continua a dare pessimi segnali e qualunque sarà la sua durata lascerà a lungo amare ferite di arroganza». L’ex-ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri punta il dito sui dirigenti Rai: «Siamo di fronte a un caso di servilismo nei confronti dei diktat della sinistra che getta nel ridicolo la Rai e che non può essere fatto passare sotto silenzio.

Chi ha preso la decisione non si rende conto, a causa di una relativa lucidità mentale, della portata patetica di quanto è stato stabilito. Quale tipo di influenza elettorale poteva avere una intervista diffusa peraltro a tarda notte visto che Telecamere viene penalizzato nella versione notturna da una collocazione ad ora sempre più tarda?».

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