Sicilia, il cemento usato da Calcestruzzi spa non è depotenziato

Crolla l'accusa contro l'azienda: i periti nominati dal gip di Caltanissetta hanno effettuato oltre 300 carotaggi e non è stata riscontrata nessuna irregolarità dei materiali utilizzati. Sicure le grandi opere esaminate, tra cui lo svincolo di Castelbuono dell'A20

Quando, nel gennaio 2008, scattarono gli arresti, la notizia fece scalpore. Per il caso in sé, ma soprattutto per l'ipotesi formulata dall'accusa, quella cioè che un'impresa del calibro della bergamasca Calcestruzzi spa potesse aver utilizzato, in una serie di grandi opere pubbliche siciliane, cemento impoverito in modo da creare fondi neri per pagare il pizzo alla mafia. Un'accusa pesante, dalla quale l'azienda si era sempre difesa, sostenendo che mai era stato usato materiale non di prima qualità, che potesse mettere a repentaglio l'incolumità delle persone. Una difesa che adesso, in sede processuale, trova un'autorevole conferma. Sì, perché i periti nominati dal Gip di Caltanissetta nell'ambito dell'inchiesta bis che coinvolge la stessa Calcestruzzi e la Italcementi, inchiesta che conta sette indagati accusati di frode in forniture , hanno assicurato che, nelle opere prese in esame su incarico della magistratura, la Calcestruzzi non ha usato cemento depotenziato.
Un crollo, questo sì, per l'accusa, che sulla teoria dell'utilizzo del cemento depotenziato aveva basato la sua prospettazione. La Calcestruzzi spa aveva detto sin dall'inizio che non c'era nulla di irregolare. E adesso arriva la conferma, tanto più autorevole visto che a farla sono esperti che nulla hanno a che vedere con la difesa. I professori Giuseppe Mancini, del Politecnico di Torino, e Nunzio Scibilia, docente di Tecnica delle costruzioni all'Università di Palermo, hanno effettuato oltre 300 carotaggi su alcune importanti opere pubbliche - dallo svincolo di Castelbuono dell'A20 Palermo-Messina alla diga foranea di Gela, dalla piattaforma di emergenza dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta al Palazzo di Giustizia della stessa città. Risultato: il calcestruzzo è perfettamente regolare, e dunque le opere non sono assolutamente a rischio. Gli stessi periti hanno proposto un approfondimento per quanto riguarda due infrastrutture, la strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Braemi e la galleria «Cozzo Minneria» di Pollina, sempre per l'A20 Palermo-Messina.

Si tratta però di opere che non sono state realizzate solo dalla Calcestruzzi spa, ma nelle quali c'è stato il contributo di altre imprese.
L'incidente probatorio continuerà il prossimo 10 ottobre. Sulla vicenda è in corso un altro processo, che è cominciato nell'aprile scorso.

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