Lampedusa - Sono stati trasbordati sulle motovedette della Guardia Costiera i migranti che questa mattina avevano lanciato l’Sos mentre erano in navigazione su due barconi nel Canale di Sicilia. Secondo le prime informazioni, giunte via radio, nella prima "carretta" viaggiavano 80 extracomunitari, nella seconda altri 71. Le unità si stanno adesso dirigendo verso un terzo barcone che ha lanciato una richiesta di soccorso, sempre attraverso un satellitare. Le autorità della Valletta, tuttavia, hanno già comunicato che non intendono accogliere i profughi sostenendo che devono essere trasferiti nel porto più vicino, e cioè a Lampedusa.
Nuovo caso Pinar Così potrebbe profilarsi un nuovo "caso Pinar"
nel canale di Sicilia. La presenza dei due barconi, che hanno a bordo
complessivamente 150 immigrati, è stata segnalata alle
autorità della Valletta per gli interventi Sar di ricerca e
soccorso. Il ministero degli Interni maltese, Darrel Pace, ha invitato tutti i paesi a "fare il loro dovere"
senza scuse: "Malta sta
facendo la sua parte e si aspetta che gli altri paesi facciano il
loro dovere in base alle leggi internazionali senza scuse e
tenendo conto di considerazioni".
Il premier maltese contro l'Italia E proprio dalla Valletta arriva un nuovo attacco contro il nostro Paese del premier maltese: "L’intransigenza dell'Italia nei confronti di vite umane è disgusto. E' un comportamento inaccettabile". Secca replica da parte del sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi: "Leggo con un pò di stupore la dichiarazione del primo ministro di Malta che accusa la nostra Guardia costiera di non fare il soccorso umanitario ai barconi con a bordo i clandestini. Vorrei ricordare che la Guardia costiera italiana è l’unica che recupera i naufraghi anche in acque non territoriali. E lo fa con grande umanità. La Guardia costiera italiana sta facendo veramente un grande lavoro che non fanno altri nel Mediterraneo".
Maroni: "Abbiamo fatto oltre 600 interventi" "Respingo al mittente le accuse del
premier maltese in base ai dati di fatto che dimostrano che noi
siamo andati sempre a prendere i clandestini nelle acque maltesi,
abbiamo fatto oltre 600 interventi negli ultimi due anni. Ora abbiamo
deciso di non farlo più". Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto
Maroni, parlando con i cronisti alla Camera dei due barconi carichi di
migranti fermi in panne nel canale di Sicilia. "Conosco bene il premier maltese - ha aggiunto il titolare del
Viminale - ho grande stima di lui e del mio omologo maltese ma "pacta sunt servanda", le regole vanno rispettate: se il barcone si
ferma nelle acque Sar (cioè Search and Rescue) maltesi, al search
and rescue devono provvedere loro". "Le acque Sar maltesi - spiega Maroni - arrivano oltre Lampedusa
a Ovest, è un assurdo. Infatti noi abbiamo chiesto di ridurle, siamo
disponibili a farcene carico noi ma Malta si è rifiutata perché
perderebbe i contributi Ue".
Il primo Sos La prima richiesta d'aiuto è arrivata all'alba da un’imbarcazione, poi localizzata a 56 miglia a sud di Lampedusa, in acque di competenza maltese, ed è stata pertanto girata alle autorità della Valletta.
Dopo la vicenda della Pinar, il mercantile turco bloccato per quattro giorni nel Canale di Sicilia con 144 migranti, tra Italia e Malta si è aperto un contenzioso sulle operazioni di soccorso in mare. La Valletta ha ribadito ieri il principio che i profughi devono essere trasferiti nel porto più vicino, che anche in questo caso è quello di Lampedusa.
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