Roma - La bici? Ecologica e salutare, certo, ma pericolosa. Ogni giorno sulle
strade italiane un ciclista perde la vita e 40 devono fare ricorso alle
cure del pronto soccorso o degli ospedali: è come se ogni anno
sparissero due gruppi del Giro d’Italia a causa degli incidenti
stradali: "Troppi", sottolinea un’inchiesta pubblicata su il Centauro
di maggio, l’organo ufficiale dell’Asaps, l’associazione sostenitori
amici della polizia stradale.
Nel 2007 (ultimi dati Istat disponibili) si sono verificati in Italia 15.713
incidenti con coinvolti dei velocipedi, nei quali hanno perso la vita
352 ciclisti (249 conducenti e 3 trasportati), mentre 14.535 sono
rimasti feriti. Fra le vittime 289 sono maschi (82%) e 63 le femmine
(18%).
Aumentata la mortalità Rispetto al 2005 la mortalità è aumentata dell’11%, i feriti del 16,5%:
la percentuale dei ciclisti fra le vittime della strada è passata dal
5,3% del 2004 al 6,9% nel 2007, quella dei feriti è passata dal 3,7 al
4,5%.
Il rischio di mortalità, calcolando come valore medio 1, per i
velocipedi è 2,18, il più alto in assoluto, più del doppio rispetto al
valore base: per le autovetture il tasso di mortalità è infatti pari a
0,78, per i camion è 0,67, per i pullman 0,48, per i ciclomotori 1,06.
Più alto quello per i motociclisti, pari a 1,96.
I bambini da 0-14 anni che hanno perso la vita con la bici nel 2007
sono stati 12 (11 maschi e 1 femmina), due nella fascia fino a 5 anni
(di cui uno trasportato), uno in quella che va da 6 a 9.
Nell’età da 10 a 14 anni si conta il numero più alto in assoluto fra i
bambini: 9 vittime.
Molte vittime fra gli over 65 Le vittime fra gli over 65 sono state 170 (141
maschi e 29 femmine), pari al 48%.
Le regioni che contano più vittime Lombardia, Emilia Romagna e
Veneto, quelle di tradizione ciclistica e con più pianura.
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