Sigma-Tau sostiene lo sviluppo delle biotecnologie

La Fondazione organizza eventi culturali e dedicati al pubblico medico-scientifico

Forme d’espressione sempre nuove e contenuti originali per raccontare la scienza. Sono i connotati distintivi della Fondazione Sigma-Tau, voluta 20 anni or sono dall’omonimo gruppo farmaceutico con lo scopo di promuovere lo sviluppo della ricerca e la tutela dei suoi risultati, nel quadro di un dichiarato impegno per il progresso scientifico e culturale. Dice il presidente Silvia Cavazza: «È un investimento che si manifesta ogni anno con l’organizzazione di eventi e iniziative culturali d’alto profilo che fanno da volano tra il gruppo farmaceutico e una più ampia diffusione del sapere scientifico tra i cittadini, per costruire un ambiente in cui ottimizzare gli impegni finanziari e di ricerca sulle biotecnologie». Seminari, conferenze, tavole rotonde, rappresentazioni e spettacoli, capaci di ottenere un lusinghiero consenso sul piano mediatico. Come già il Teatro Scientifico, che prosegue all’Auditorium Parco della Musica capitolino grazie alla co-produzione di conferenze e readings spettacoli con Fondazione Musica per Roma: grandi attori che si esibiscono nelle letture di testi scientifici o letterari classici - da Shakespeare a Musil e Proust - interpretati a partire dalle conoscenze del tempo. «È la sfida giocata e vinta sul piano della comunicazione della scienza, che ne rappresenta i paradossi, le riflessioni, il linguaggio aspro e affascinante». Di qui, la nascita di Infinities di John Barrow, cui è stato attribuito il Premio Ubu 2005 per la miglior pièce teatrale europea, e la stretta collaborazione con il maestro Luca Ronconi, che ha messo in scena Progetto Domani al Teatro Stabile di Torino.
«Già alla fine degli anni ’80, in anticipo sui tempi - sottolinea Cavazza - il primo “Viaggio nel cervello” esprimeva il valore delle nostre iniziative. A Spoletoscienza, nell’ambito del Festival dei Due Mondi, si è consolidata la nostra vocazione nel dare voce ai talenti e alle figure più promettenti del panorama culturale e scientifico internazionale: da Oliver Sacks a Roger Penrose, da Gerald Edelman a Eric Kandel».
Nei programmi della Fondazione compaiono la formazione permanente destinata al pubblico medico-scientifico, come con le Letture Magistrali sul metabolismo, e i seminari all’anglosassone su temi di frontiera della medicina: una sfida intellettuale per gli autori e un’opportunità di aggiornamento per i non-specialisti; ne sono sortite altrettante «Lezioni Italiane», pubblicate in una collana.

E ancora, un contributo al dibattito sulle ricadute sociali della ricerca scientifica affidato al Forum permanente sulle Ragioni della scienza, col quale la Fondazione rilancia sui temi delle biotecnologie e della bioetica.

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