Non ci sta Silvio Berlusconi: per il premier la sentenza del Tar sui ricorsi allelezione di Roberto Cota a presidente del Piemonte è la dimostrazione «che il governatore sta lavorando bene». Nella nota rilasciata nella serata di ieri il Cavaliere sottolinea quindi che «evidentemente, a qualcuno va di traverso che abbia vinto le elezioni». «Con questa manovra - fa eco poco dopo il leader della Lega Umberto Bossi - vogliono rimettere in sella la Bresso. Un tentativo che ha dellincredibile». Che lex zarina del Pd alla fine torni davvero a capo della Regione Piemonte è presto per dirlo. Ora come ora è tutta una questione di numeri.
Numeri come 15mila, le schede che dovranno essere ricontrollate; 9mila, i voti di scarto con cui Cota lo scorso marzo conquistò la presidenza; trenta, i giorni che occorreranno per ricontrollare le schede elettorali che si aggiudicarono le liste «Al Centro con Scanderebech» (oltre 12mila voti) e «Consumatori» (quasi 3mila voti). Sui voti ottenuti da queste due formazioni si gioca tutta la partita: perché se da un lato le due liste sono state ritenute non valide, dallaltro i giudici hanno decretato che se in quelle schede gli elettori hanno espresso una preferenza per Cota, quella vada comunque salvata. La questione, perciò, riguarda il numero di elettori di Scanderebech e dei consumatori che oltre a fare una croce sulla lista hanno segnato anche la casella di Cota: se sono più di 9mila quelli che non lo hanno fatto, lelezione del primo governatore piemontese del Carroccio potrebbe essere annullata.
In attesa della seconda udienza, il 7 ottobre (un altro ricorso sarà poi discusso a novembre), arriva a una prima conclusione la battaglia che la Bresso ha scatenato contro Cota fin dallindomani dello spoglio.
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