Alfonso Signorini, dopo lo scoop sul D’Alema delle nevi, Repubblica ha scoperto chi è lei: un «produttore di discredito», uno che «spruzza flaconi di fetida malignità». «Eh eh eh, sì sì ho letto, ho letto. Mi metto molto a ridere».
Fa parte anche questo del «metodo Signorini », versione glamour del «metodo Boffo»?
«Ma andiamo, sprecare litri di inchiostro per delle dietrologie assurde. C’è una massima che riassume tutto: la gente ti perdona ogni cosa tranne il successo».
Tutta invidia?
«Ma certo, stanno a rosicà,
ma a me interessa essere amato dalla gente, se poi non ho l’apprezzamento dei radical chic ne faccio una medaglia al merito».
La snobbano?
«Al contrario, mi accusano ma poi fanno a gara a finire su
Chi . Quando questi signori dicono che faccio le paginate sulla famiglia Berlusconi si dimenticano che il signor Prodi posò per la prima volta con la moglie Flavia proprio su Chi, ed eravamo in campagna elettorale. E allora? Ma di che stamo a parlare».
Anche Veltroni posò con moglie per il diabolico Signorini? «Ceeerto, e allora? Se poi Berlusconi, grazie a una amicizia che abbiamo, mi apre le porte di casa e mi fa vedere le foto di famiglia certo che le pubblico, perché la famiglia Berlusconi ha sostituito nell’immaginario collettivo la famiglia Agnelli. E infatti ogni volta che pubblico Berlusconi vendo più copie, sarei un idiota se non lo facessi ».
Ci vorrebbe una famiglia reale anche a sinistra.
«Eh sì, peccato che non c’è, ci fosse la pubblicherei tutte le settimane».
Ma cosa l’ha colpita così tanto in D’Alema flaneur a Saint Moritz?
«Semplicemente il fatto che il rappresentante di una ideologia di sinistra possa divertirsi a vacanzare nel regno del lusso, della ricchezza e dell’alta borghesia. Il che è un’idiosincrasia, no? È come se io andassi in vacanza in una bocciofila del Parmigiano o a Pinarella di Cervia, ecco, non lo farei mai».
Lei è recidivo, già aveva beccato la Melandri danzante a casa di Briatore a Malindi, dopo che lei aveva smentito di esserci mai stata.
«E ha fatto una bella figura barbina. Poi le chiesi un’intervista, ma non volle. Anche a D’Alema ho chiesto di replicare».
Lo farà?
«Ha cortesemente detto di
no, e credo che abbia fatto bene...
».
Uno di sinistra non può andare a Saint Moritz o in barca a vela?
«Ma questa gente è libera di andare dove gli pare, però poi non si metta in cattedra a giudicare gli altri, come succede non solo a D’Alema ma alla sinistra che ispira gli articoli di Repubblica».
Ce l’hanno con lei, Gad Lerner la definì «architetto dell'estetica del regime».
«Ma sì, hanno fatto pure una fenomenologia di Alfonso Signorini. Mi fa ridere perché io mi faccio le domande che si fa la gente comune. Qualsiasi persona reagirebbe come ho fatto io questa estate, quando sulla terrazza dell’hotel Pitrizza di Porto Cervo, posto da 1.300 euro a notte, chi ti ho incontrato? Il signor Beppe Grillo!».
Un posto da Cinque stelle, come la sua lista civica.
«Esatto, però l’intruso lì non ero io, perché poi io non vado a pontificare su quanto sia bello andar in campeggio. Forse stava bevendo solo un aperitivo, ma puoi anche bertelo all’aeroporto di Olbia, no?».
Le dicono di aver fatto da «pink tank» di Berlusconi sui casi Noemi, Marrazzo, eccetera...
«Ecco allora riveliamo una cosa. Vogliono dire che sono lo spin doctor di Berlusconi? Dite pure ma non rasentate l’idiozia, perché basta andare a vedersi gli archivi e scoprire che la foto del fidanzato di Noemi non la pubblicò per primo Chi , ma il concorrente Oggi .
Me lo ricordo bene perché mi arrabbiai come una belva con i miei. Però Repubblica lo attribuisce a me perché deve prendersela con il sottoscritto».
Dopo Berlusconi viene subito lei nella hit parade delle ossessioni della sinistra italiana.
«Mi rendo conto ancora una volta che la gente di sinistra si prende sempre sul serio, e questo è il difetto di chi è votato al fallimento».
Senta, ma lei a Saint Moritz ci va?
«Ma io preferisco Cortina».
Troppi ex comunisti in Svizzera.
«No è che non mi piace perché: a) soffro le curve del Maloja, b) c’è troppo cemento per piacermi, tutto qua».
L’ Unità dice che lei è il«Vespa del nuovo decennio».
«Ma benissimo, peccato che non si possa dire di Concita De Gregorio che è la Oprah Winfrey del 2011».
Il suo Kalispera su Mediaset va molto bene, si è preso anche gli elogi di un antipatizzante come Aldo
Grasso.
«È un programma che ho fortemente voluto, da telespettatore non ne potevo più di andare a letto pieno di ansia, di plastici di Avetrana, di politici che si azzuffano. Sentivo l’esigenza di andarmene a letto con il sorriso e un minimo di serenità. Credo di aver riempito un vuoto».
Due giornali, un programma in tv, uno alla radio, più i libri e altre rubriche.
Ma quando dorme?«Quattro ore, le altre venti lavoro. Mia madre, quando le ho portato il mio libro su Marilyn mi ha detto: ma questo qua non l’hai mica scritto tu. E invece sì. Anche io a volte mi chiedo come faccio a fare tutto».
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