Un colpo di mortaio è caduto sull'ambasciata russa a Damasco. Senza causare danni, ma politicamente e militarmente molto significativo. Soprattutto perché a sparare il proiettile sarebbero stati i ribelli che combattono il presidente Assad. Il Cremlino accusa le forze antigovernative e i suoi "sponsor esterni".
"Alle 09:00 di domenica scorsa, 20 settembre - ha comunicato il ministero degli Esteri russo - un colpo di mortaio ha colpito il territorio dell'ambasciata russa con sede a Damasco. Il colpo non ha causato danni a persone o cose. Il proiettile, che si è conficcato in profondità nel terreno, è stato poi rimosso dagli specialisti dell’esercito siriano. Condanniamo questo attacco contro i nostri diplomatici, ci aspettiamo una presa di posizione dell’intera Comunità internazionale. Ma non serviranno solo parole. Il colpo di mortaio è stato sparato contro l'ambasciata russa dal quartiere Jobar, roccaforte di un gruppo anti-governativo, non affiliato allo Stato Islamico, ma finanziato da nazioni straniere".
Non si aspettano solo parole, dunque, ma fatti. Che nell'immaginario russo vorrebbe essere la decisione degli Stati Uniti e dell'Europa di coinvolgersi maggiormente nella sfida contro l'Isis, sostenendo il governo di Bashad al Assad. Quello che ha fatto Putin, che secondo fonti dell'esercito americano avrebbe schierato 28 aerei da combattimento tra caccia e bombardieri. Inoltre, Mosca avrebbe anche avviato operazioni di ricognizione con i droni sulla Siria. Mosse che preannunciano la discesa in campo effettiva della Russia nella guerra siriana.
Intanto i caccia di Assad stanno intensificando le loro operazioni sugli obiettivi in mano ai ribelli nel Nord della Siria. Secondo i media locali, i raid avrebbero colpito i quartieri delle città di Aleppo, di Deir Ez Zour e di al Raqqa. Inoltre, altre bombe siriane sono cadute sulle tre città in mano allo Stato islamico. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, l'aviazione ha colpito Palmira e altre due città nella provincia di Homs, uccidendo almeno 38 terroristi dello Stato islamico. L'agenzia di stampa siriana "Sana" afferma che dieci aree nel quartiere di al-Manshiya a Daraa sono orami in mano all'esercito fedele ad Assad.
Infine, dopo aver ucciso molti terroristi, la maggior parte dei quali appartenenti al Fronte al Nusra, altri militari stanno conducendo operazioni nel quartiere di al Abasiya, ad al Nazeheen, e nei dintorni della moschea di Bilal al Habashi nella zona di Daraa al Balad.
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