Si apre a Doha, in Qatar, il confronto tra tutte le anime dell'opposizione al regime siriano di Bashar al-Assad. Obiettivo: trovare, anche a costo di smantellare il Consiglio Nazionale, un'espressione migliore delle diverse menti della rivolta contro Damasco. E scongiurare - come il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, aveva chiesto alcuni giorni orsono - il rischio di una deriva in chiave fondamentalista della "rivoluzione" in atto.
Il Cns, formato nell'ottobre del 2011, a dar retta a molti, è ormai succube della Fratellanza musulmana. E i due giorni di confronto che si aprono oggi serviranno appunto a identificare una leadership più robusta, in grado di contrastare il governo di Damasco in modo più efficace.
La nuova opposizione della Siria potrebbe venire dalla proposta di Riad Seif, imprenditore, già più volte deputato e in carcere accusato di dissidenza. E potrebbe partire da un'assemblea di circa cinquanta membri, da trovarsi tra i civili e all'esterno dell'attuale Consiglio.
Composta come un parlamento in esilio, l'assemblea dovrebbe lavorare alla formazione di un governo di transizione, che possa gestire il passaggio delle zone "liberate" dal controllo di Assad. Attualmente i ribelli controllano Idlib, Aleppo, parte della regione di Raqqa, Dayr az Zor e alcuni sobborghi di Damasco.
A questa sorta di direttorio esiliato verrebbero demandati anche i rapporti con il braccio armato dell'insurrezione.Rispetto all'attuale Cns l'assemblea avrebbe una connotazione differente, più vicina al "potere effettivo della rivoluzione".
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