Damasco - Non si placano le violenze in Siria. Secondo Amnesty International i morti dall'inizio delle manifestazioni di piazza contro il regime di Assad sarebbero almeno 393. L'organizzazione umanitaria internazionale sottolinea che "la brutale reazione del governo siriano ha raggiunto un nuovo vergognoso picco coi bombardamenti dell’esercito contro gli edifici civili di Deraa, nel sud del Paese. "Utilizzando l’artiglieria contro la sua gente, il governo di Damasco ha mostrato l’intenzione di stroncare le proteste praticamente a ogni costo, qualunque sia il prezzo in termini di vite umane".
Vertice straordinario Lega araba I 22 Paesi membri della Lega araba hanno chiesto di organizzare un vertice straordinario dei ministri degli Esteri per discutere della situazione in Libia, Siria e Yemen. Durante questo incontro dell'8 maggio si fisserà anche una nuova data per il summit del gruppo a Baghdad. Il vertice in Iraq, programmato inizialmente per marzo, è stato posticipato a causa delle rivolte del mondo arabo e delle preoccupazioni su Baghdad come città ospitante per l'incontro. La Lega araba ha infatti rimandato il vertice sotto richiesta delle nazioni del Golfo, infuriate per il supporto del governo sciita iracheno alle rivolte del Bahrain, guidate dalla maggioranza sciita che chiede maggiori libertà.
L'Europa valuta il da farsi Nei "prossimi giorni o ore" si riuniranno gli ambasciatori dei 27 paesi Ue "per discutere di azioni possibili" nei
confronti della Siria. Lo ha affermato una portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza
comune Catherine Ashton, non confermando ma non escludendo la possibilità di comminare sanzioni a Damasco
per fermare le violenze.
La Ashton nei giorni scorsi aveva già condannato la "inaccettabile violenza", chiedendo alle autorità siriane di
cessare immediatamente la violenta repressione in corso nel paese e il cessate il fuoco.
Italia e Francia: stop violenze L’Italia rivolge un "appello forte" alle autorità siriane perché fermino la "repressione violenta" delle proteste anti-regime. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente francese, Nicolas Sarkozy, al termine della bilaterale.
Un appello prontamente rilanciato dal suo ospite: "Non ci si oppone ai manifestanti con i carri armati e con l’esercito, non si spara sui dimostranti", ha detto il titolare dell’Eliseo. "Chiediamo alle parti - ha aggiunto il premier italiano - di agire con moderazione e di dare un seguito concreto alle importanti riforme annunciate".
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